Presunti reati fiscali, il processo a Cellino “diviso” tra Brescia e Roma

Il Gup ha dichiarato l'incompetenza territoriale per i presunti reati fiscali contestati al patron delle rondinelle (esterovestizione e autoriciclaggio) : solo una parte del procedimento resterà a Brescia.

Brescia. Il futuro giudiziario di Massimo Cellino, patron del Brescia calcio, indagato per presunti reati fiscali, si giocherà tra la Leonessa e Roma.
Lunedì 25 settembre il gup di Brescia ha deciso di “spacchettare” il procedimento a carico di Cellino:  per un presunto episodio di esterovestizione, commesso, secondo gli inquirenti, attraverso la società Eleonora Sport, la competenza resterà a Brescia e l’udienza preliminare è stata aggiornata al 14 febbraio, mentre per gli altri episodi contestati nell’ambito del reato di esterovestizione e per la contestazione dell’autoriciclaggio, il gup bresciano si è dichiarato incompetente territorialmente e ha disposto la trasmissione degli atti a Roma.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.