Reati fiscali, le motivazioni del riesame “scagionano” Massimo Cellino

Pubblicate le motivazioni con cui il Tribunale del Riesame ha annullato il sequestro di parte dei beni del patron del Brescia calcio. Il 25 settembre il presidente delle rondinelle saprà se sarà rinviato a giudizio dal Gup.

Brescia. Sono state  Massimo Cellino, indagato per presunti reati fiscali. Si tratta di oltre un milione di euro (1.091.077,34 euro) collegato alla Eleonora Sport Ltd, la società inglese che l’imprenditore sardo utilizzò per acquistare il Leeds.
Per i giudici il quadro accusatorio presenta «contorni assai labili ed incerti»,  in cui viene ravvisata, da parte di chi ha indagato, una «forzatura» da parte di chi ha indagato e addirittura un «travisamento».
«A fronte di una prospettazione di accusa che si rivela non sufficientemente affidabile in riferimento da un lato all’uso distorto del meccanismo del transfer pricing e dall’altro della valorizzazione impropria della cessione del Leeds – scrivono i giudici –  si contrappone una prospettazione difensiva apparentemente lineare e coerente sulla gestione delle imposte».

Un altro pronunciamento favorevole all’imprenditore sardo nei confronti del quale già la Cassazione si era espressa decretando il dissequestro di 59 milioni di euro sequestrati  l’estate precedente.
Cellino deve ora attendere il 25 settembre prossimo quando il Gup si esprimerà sul rinvio a giudizio, o meno, del presidente delle Rondinelle per la vicenda legata i reati fiscali contestati dalla Procura di Brescia.

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