Lettere al direttore

Il Pnrr e le ricadute sulle città delle promesse tradite dal Governo italiano

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Pnrr Piano nazionale ripresa e resilienza

Brescia. Lo sbalordimento che può suscitare la lettura dei giornali in questi giorni in relazione alle proposte di rimodulazione formulate dal governo italiano dei progetti ricompresi e finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può essere dissipato solamente da una precisa ricostruzione dei fatti.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza é il più grande Piano industriale e di investimento che l’Italia ricordi dal dopoguerra finanziato dall’Unione Europea. Esso immette nell’economia italiana oltre 230 miliardi di euro vincolati alla precisa realizzazione di opere ed investimenti pubblici destinati a migliorare la salute, la qualità della vita e e la cura del territorio e degli ecosistemi, dell’abitare e delle attività produttive ed economiche nonché ad elevare innovazione tecnologica, saperi e formazione, il tutto previa un puntuale controllo e monitoraggio della stessa Europa tanto all’ultimazione quanto alla qualità di realizzazione dei progetti.
Il 1 agosto il ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto rendeva un’informativa al Parlamento inerente lo stato di attuazione e le necessità di modifica del suddetto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il ministro adduceva, a supporto della tesi di modifica del piano due principali fattori: ritardi nella realizzazione delle opere e degli interventi che avrebbero comportato il mancato rispetto dei tempi previsti dal Piano nonché livelli qualitativi delle opere in corso di realizzazione tali da rischiare di non superare il vaglio della Commissione Europea rispetto agli standard prefissati.
Il Governo ha quindi trasmesso alla Commissione una Relazione di revisione del Piano. Si apprende che la relazione propone di rimodulare progetti per un valore complessivo di circa 16 miliardi che verrebbero così espunti dal Pnrr. Pubblicamente si è affermato che tali miliardi saranno ripristinati con fondi di altra natura, cosa che si stenterebbe a credere se davvero questi progetti fossero stati ritenuti non qualificati come si è stato evidenziato, tanto da rischiare di essere cassati in Europa.
La richiamata Relazione del Governo è priva di qualsiasi dato sulle nuove fonti di finanziamento proposte, e a dirlo sono i più importanti osservatori della politica finanziaria nazionale. E’ sulla base di questa stessa Relazione che si paventa che 23 progetti Pnrr del Comune di Brescia, insieme con altri di numerosi enti e istituzioni, rischino definanziamento e paralisi: la realizzazione della più importante ciclovia sul fiume Mella, interventi di riqualificazione di edifici civili, monumentali, sportivi e cimiteriali strategici per la città e importanti bonifiche di parchi ed aree pubbliche.
Ogni cittadino può controllare sul sito del monitoraggio del Pnrr di Openpolis lo stato di realizzazione delle opere di cui sopra. Con stupore si apprende che buona parte dei 23 progetti approvati dal Comune di Brescia e definiti a rischio sono stati già aggiudicati, per larga parte di essi i lavori sono già in corso di realizzazione e alcune opere sono state addirittura già concluse.
Sinceramente sto pensando a cosa può balenare in queste ore nella testa di un imprenditore che sta per concludere i lavori di un’opera Pnrr che rischia di non essere finanziata, cosa può pensare un responsabile della ragioneria che si ritrova progetti di colpo non finanziati dovendo redigere un bilancio in pareggio o un responsabile tecnico del progetto che non sa perché ciò che sta realizzando diventa inidoneo nel corso degli stessi lavori senza una motivazione pubblica e scritta. Sto immaginando quale tradimento subisce una comunità investita da promesse di sviluppo economico, civile, industriale di fronte a tale rischio di paralisi.
Mi sto infine domandando come si può affermare ciò che si afferma, senza pensare che città all’avanguardia e attente ad investimenti e sviluppo come Brescia vengano così fortemente penalizzate di fronte a questo modo irrazionale di agire e governare.
Laura Parenza
già capogruppo Pd nel consiglio comunale di Brescia

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