Brescia, protezione speciale per una 35enne tunisina: «Famiglia e lavoro stabili, non va rimpatriata»
La donna si è vista rigettare la richiesta di permesso di soggiorno e, secondo i giudici del Tribunale di Brescia, in caso di rientro in Tunisia rischierebbe di subire vessazioni dalla famiglia d'origine per lo stile di vita adottato in Italia.
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Brescia. Status di di protezione speciale ad una 35enne tunisina che, in Italia, si è costruita una famiglia, è diventata mamma di un bimbo che ora ha pochi mesi e ha trovato un’occupazione lavorativa a tempo indeterminato che le garantisce l’indipendenza economica.
Per tutti questi motivi il Tribunale di Brescia, sezione specializzata in materia di Immigrazione, Protezione Internazionale e Libera Circolazione dei Cittadini dell’Ue, ha concesso alla donna la speciale protezione nel caso venga rimpatriata. Questo rischio sussite dal momento che alla 35enne nordafricana è stata rigettata la richiesta di permesso di soggiorno.
La straniera, secondo i giudici, non essendo sposata, ma convivente ed avendo avuto un figlio “fuori” dal matrimonio, ha avuto pesanti dissidi con il nucleo familiare di origine che mal tollera la sua situazione e lo stile di vita assunto in Italia. Per questi motivi, per i togati, sussiste «un fondato rischio che la persona possa essere sottoposta, in caso di rimpatrio, a tortura o trattamenti inumani o degradanti».
Inoltre, per il tribunale, la donna si è creata un nucleo famigliare proprio, stringendo significativi rapporti affettivi in Italia e ha ottenuto un lavoro stabile con il quale contribuisce al sostentamento della famiglia, dimostrando di voler radicarsi nel contesto del Paese che la ospita.
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