Coronavirus, altra vittima nel bresciano. E la città chiede chiarezza

Deceduta una 82enne di Barghe. Del Bono e Albini chiedono più informazioni su salute e cause del contagio.

(red.) Il bollettino quotidiano diffuso anche ieri, mercoledì 28 ottobre, dalla Regione Lombardia sul fronte del contagio da Covid-19 mostra come il territorio bresciano continui a reggere rispetto, invece, ad altre province della parte occidentale della regione. Tuttavia, l’Ats rende conto purtroppo di un’altra vittima registrata nel bresciano (in tutto 2.544 al momento): si tratta di una donna di 82 anni residente a Barghe, in Valsabbia e che soffriva di patologie pregresse, aggravate dalla presenza del virus in corpo. E sempre dall’Agenzia di Tutela della Salute di Brescia che tiene conto del numero giornaliero di casi, viene messo in evidenza come la città abbia avuto un incremento di 40 casi positivi, seguita da Carpenedolo che ne ha segnalati altri 15 nell’arco di 24 ore.

Nel frattempo nella giornata di ieri, mercoledì, l’ufficio Statistica del Comune di Brescia ha diffuso una serie di dati relativi alla situazione della seconda ondata del contagio in corso anche in città. Un report che ha spinto il sindaco Emilio Del Bono e la consigliera delegata alla Sanità Donatella Albini a chiedere altre informazioni sullo stato della pandemia e dei ricoveri all’ombra della Loggia. Analizzando i numeri, emerge come attualmente la fascia d’età più colpita dal contagio sia quella tra i 25 e i 65 anni. Ma non si sa nulla della condizione di salute dei contagiati e dei ricoverati, il numero dei tamponi effettuati e nemmeno dove i soggetti positivi abbiano contratto il virus. Su questo fronte la consigliera Albini ha sottolineato di “non riuscire a stabilire un contatto diretto con l’Asst che ci consenta di sapere in che condizioni di salute sono i ricoverati e con l’Ats per capire quanti degli isolati siano sintomatici”.

Mentre il primo cittadino analizza il fatto che nell’arco di diciassette giorni, dal 10 ottobre fino all’altro giorno, martedì 27, i ricoverati sono aumentati da 9 a 149. “C’è un’incidenza forte sul sistema sanitario anche se non paragonabile a quella di marzo – dice Del Bono – visto che ad aprile i cittadini ricoverati erano 447″. L’altro tema, invece è quello di risalire alla causa del contagio in molti dei cittadini e che al momento è impossibile scoprire.

“Dalla Regione si è capito che il moltiplicatore è il nucleo familiare, poi le scuole e infine le case di riposo – ma non si sa dove si prenda il virus”. Intanto emerge anche l’altro tema di individuare quelle strutture dove far trascorrere il periodo di isolamento dei soggetti positivi e diversamente dalle abitazioni. “A luglio abbiamo fornito ad Ats i nomi degli albergatori della città disponibili – dice il sindaco – ma non c’è ancora la convenzione”. Da questo punto di vista si parla di quattro sedi nel bresciano tra città e provincia per cinque appartamenti e altri 52 posti in alberghi.

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