Morte di Sara, si indaga per omicidio

Il gip Lorenzo Benini vuole chiarire le cause del decesso di Sara Comaglio, la 22enne che, il 22 maggio del 2012, morì a Prevalle nel sottopasso allagato.

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    sara comaglio(red.) Il gip Lorenzo Benini vuole vederci chiaro sulle cause che portarono al decesso di Sara Comaglio, la 22enne che, il 22 maggio del 2012, morì in un tragico incidente stradale mentre percorreva il sottopasso (allagato) di via Case Sparse, al km 58+100 interritorio di Prevalle (Brescia).
    Il giudice per le indagini preliminari, infatti, nei giorni scorsi, ha accolto l’opposizione della mamma di Sara alla richiesta di archiviazione del fascicolo aperto per l’incidente.
    Il giudice vuole approfondire alcuni aspetti del sinistro fatale per la giovane agente della Polizia Locale di Gussago, tra cui la posizione dei quattro dipendenti dell’Anas finiti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo.
    Secondo la ricostruzione della dinamica dell’incidente effettuata dalla Polizia Stradale di Salò, la 22enne stava viaggiando a 112km/h sulla strada incriminata (oltre il limite dei 90km/h) quando si imbattè in una pozzanghera d’acqua che produsse l’effetto acquaplaning, rendendo l’auto ingovernabile.
    La pozzanghera, lunga 47 metri, profonda 10 cm., causò lo sbandamento della vettura che invase la corsia opposta mentre stava sopraggiungendo l’Audi di un 45enne che tentò di frenare, senza riuscire ad evitare l’impatto con la Punto di Sara. La 22enne morì sul colpo.
    Dalle successive indagini disposte dalla procura di Brescia emerse che le pompe idrovore che avrebbero dovuto aspirare l’acqua piovana in eccesso, evitando così che il cavalcavia si trasformasse in una sorta di piscina, non funzionavano. Un’avaria che risultò essere stata segnalata, in automatico dal sistema automatizzato dello stesso impianto, ai quattro tecnici Anas, finiti poi fra gli indagati per la morte della vigilessa. Quattro i messaggi (sms) inviati ai responsabili Anas nella serata del 21 maggio, quella che precedette l’incidente mortale.
    Nessuno però intervenne. Solo successivamente alla morte di Sara vennero investiti 450mila euro nella messa in sicurezza della strada. Nel frattempo, numerosi sono stati gli appelli della mamma di Sara a fare chiarezza su quanto avvenuto, insieme con la richiesta che l’infrastruttura venisse sistemata, per scongiurare quello che era accaduto a sua figlia.

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