Caporalato, 5 rinviati a giudizio

Sette imputati a processo. Avrebbero sfruttato trenta indiani, reclutati e costretti a a lavorare 12 ore al giorno per 200 euro mensili.

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tribunale slide(red.) Il giudice delle udienze preliminari di Brescia Enrico Ceravone ha rinviato a giudizio sette persone, di cui cinque per caporalato e due, un commercialista e un consulente del lavoro, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso. La vicenda riguarda il presunto sfruttamento di una trentina di indiani che, partiti dallo Stato asiatico, raggiungevano l’Italia e Brescia per lavorare in aziende di vendita di tacchini e macellazione. Sul caso hanno indagato i carabinieri di Pralboino, visto che gli addetti venivano reclutati nel paese della bassa da alcuni connazionali e quindi portati ogni giorno alle 5 del mattino nei luoghi di lavoro, anche a Pavone Mella e Milzano.
Qui, secondo l’accusa formulata dal pubblico ministero Ambrogio Cassiani, lavoravano per dodici ore. A fronte della prestazione prendevano 200 euro al mese. Gli inquirenti sono riusciti a verificare come i mezzi si muovessero ogni giorno, installando dispositivi gps sotto le auto, poi hanno controllato anche buste paga e due società ritenute false. Nell’udienza preliminare, in vista del processo che si aprirà a marzo del 2016, è stata prosciolta l’ex dirigente dell’ufficio Immigrazione della Questura, Roberta Di Fronzo.

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