Stamina: lista d’attesa, “irregolarità al Civile”

Il Comitato art.700 ha scritto al presidente della commissione sanità lombarda per segnalare che il 146° paziente è stato ammesso al trattamento.

(red.) Ancora polemiche sul caso Stamina.
Le infusioni col metodo del professor Vannoni, usato a Brescia, agli Spedali Civili, per tutto il mese di marzo sarà sospeso, in attesa che la biologa della Fondazione proceda con l’iscrizione all’albo. Intanto, però, il Comitato art.700, composto dai pazienti in lista di attesa, ha scritto a Fabio Rizzi, presidente della Commissione sanità della Regione, per denunciare presunte irregolarità nella lista di attesa. «Siamo circa 150 i pazienti», si legge, «con patologie gravissime, a rischio vita, senza alternative terapeutiche, collocati in una lista di attesa bloccata da aprile 2013, da quando, oltre i primi 40 pazienti, non è stato fatto accedere nessun altro al detto trattamento. Sono 12 mesi che il vostro/nostro ospedale lombardo ci illude e ci vessa sia con lettere e comunicazioni di repentina ripresa di scorrimento della lista e sia con richieste  continue di chiarimenti ad ottenersi con continui e faticosi e costosi ricorsi in tribunale.
Un milione di euro per spese legali è costato l’ufficio legale degli Spedali bresciani contro di noi, contro le famiglie, contro la vita dei nostri figli: ci siamo ritrovati in un lager dove non vi è scampo, nessuna possibilità di vedere riconosciuto il diritto alla cura sancito dalle nostre sentenze. le istituzioni tacciono – I media pure – E mentre si lotta, si soffre, si muore, letteralmente “si muore”, cosa accade? All’ultimo arrivato gli è stato permesso di entrare in cura: collocato al 146° posto in lista di attesa, con una sentenza di dicembre, in piena fase di reclamo, al paziente viene acconsentito di accedere alla cura Stamina con l’operazione di estrazione di materiale biologico da donatore , il cosiddetto e famoso carotaggio. Ma non finisce qui: in attesa che si possano coltivare le cellule, al paziente, lunedì prossimo, sempre in sfregio alla lista di attesa, gli Spedali permetteranno che gli sia somministrata la prima infusione di cellule da donatore terzo. Non crede che sia veramente troppo da sopportare per tutti noi abbandonati da 12 mesi in lista di attesa? Non pensa che sia l’ennesima odiosa beffa a danno di chi ancora crede nelle regole? Ha idea dell’apice della frustrazione e dell’esasperazione che stiamo vivendo in queste ore? non crede che sia ora di finirla con tutte le irregolarità e abusi? Non è arrivato il momento di fare le cose per bene, di esigere il rispetto delle regole, di esigere che i pazienti vengano chiamati regolarmente secondo il loro posto di lista di attesa? Non intervenire significa soprattutto essere complici di alimentare la rabbia, la disperazione, la guerra che state innescando tra poveri malati e il possibile caos che provocherete: si il caos».
Il Comitato si chiede se anche le famiglie in lista devono usare le stesse modalità con cui il paziente 146° è riuscito a “forzare il blocco” «dimostrando che non servono sentenze o procedimenti legali, ma è la forza e la caparbietà che può risolvere il problema. Vuole questo? vuole che tutti noi accorressimo ad emulare il detto familiare del paziente? Vuole vedere pazienti disperati provenienti da tutta Italia presentarsi al pronto soccorso piuttosto che agli uffici amministrativi con la seria intenzione di non andarsene fin quando non riusciranno ad ottenere ciò che un giudice circa 12 mesi aveva ordinato? Confido veramente nel suo interessamento, quale Presidente della Commissione Sanità Lombarda, che si adoperi al ripristino della legalità e delle regole delle liste di attesa e dello sblocco della stessa».

 

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