Depuratore, il “giallo” dei documenti al Mite

Il Comune di Montichiari ha presentato ricorso al Tar per conoscere quali atti relativi al collettore siano in possesso del ministero.

(red.) Il Commissario straordinario per il depuratore del Garda ha annunciato che gli impianti di Montichiari e Gavardo (Brescia) si faranno, con il benestare del Mite, il Ministero per la transizione ecologica. Barra dritta, dunque, verso la realizzazione dei collettori che scaricheranno nel Chiese le acque reflue del Benaco.
Una notizia amara da digerire per ambientalisti, cittadini e comitati che da mesi si battono perchè il depuratore non venga realizzato sulle sponde del fiume Chiese e la battaglia ora assume anche una sfumatura di “giallo”, come indicato in un nuovo ricorso al Tar presentato dal Comune di Montichiari, guidato dal sindaco Marco Togni.

Il primo cittadino, infatti, come riporta Bresciaoggi, un paio di mesi fa, aveva inoltrato una lettera al ministero per avere la documentazione sull’iter preliminare, ma ha ottenuto la risposta che sono solo due (su sei) i documenti richiesti. Il Mite dunque, secondo quanto riferito, non avrebbe a disposizione gli atti di Ats Garda e Ato, nè il cronoprogramma e le simulazioni di sviluppo dei piani tariffari, nè copia dell’atto di indirizzo della Cabina di regia relativa al quadro urbanistico.

Quali sarebbero quindi i documenti di cui il Mite è in possesso? Secondo quanto riferito dal primo cittadino,i verbali delle riunioni della Cabina di regia, ed i piani economico-finanziari presentati da Verona e Brescia.

Sulla pagina Facebook del Comune il primo cittadino monteclarense scrive: ” Sarà una pura coincidenza o sarà che qualcuno ha letto il mio post e ha chiamato Roma, fate voi, sta il fatto che nell’odierno pomeriggio (Giovedì 25 novembre, ndr.), il Ministero si è fatto vivo scrivendomi e dicendo che darà solo due documenti su sei che abbiamo chiesto. Siamo esterrefatti perchè il Ministero dichiara di non avere gli atti che comprovano la verifica dei progressi fatti dalla Cabina di Regia con l’Ats Garda e Ato, di non avere gli studi dei piani tariffari che pesano sulle tasche dei cittadini e di non avere copia di alcun atto di indirizzo che la cabina stessa di regia avrebbe dovuto impartire per verificare la coerenza degli interventi con il quadro pianificatorio e regolatorio”.

“Che cosa è stato fatto dunque dal 20 dicembre 2017 ad oggi ?, si chiede il sindaco. “Con ogni possibile sollecitudine, il rilascio in copia, ciascuna corredata di tutta la documentazione eventualmente allegata, della documentazione di seguito indicata: copia di tutti i verbali delle riunioni (almeno semestrali ex articolo 6 della convenzione del 20 dicembre 2017) che si sono svolte nell’ambito della cabina di regia ivi compresa, naturalmente, la copia firmata e protocollata del verbale della riunione del 18 maggio 2021, pubblicato solo in bozza dal Prefetto di Brescia; copia di tutti gli atti, compiuti dai componenti della Cabina di Regia, anche singolarmente, di verifica annuale del progressivo raggiungimento degli obiettivi, come prescritto dall’articolo 6, comma 3 della convenzione; copia di tutti gli atti, documenti e provvedimenti in possesso e/o assunti dalla cabina di regia nello svolgimento delle funzioni di Comitato di Sorveglianza di cui all’articolo 6, coma 5 della convenzione del 20 dicembre 2017; copia dei piani economico/finanziari che gli enti di governo d’ambito bresciano e veronese si sono impegnati a presentare a mente dell’articolo 5, comma 1, della convenzione; copia del cronoprogramma e delle connesse simulazioni di sviluppo dei piani tariffari di cui all’articolo 5 comma, 2; copia degli atti di indirizzo, impartiti dalla Cabina di Regia, alla Regione Vento, alla Regione Lombardia, all’Ufficio d’Ambito di Brescia e al Consiglio di Bacino Veronese, allo scopo di garantire il rispetto dell’impegno, assunto dai sud-detti enti pubblici, di garantire il coordinamento e il monitoraggio della attività, finalizzati alla verifica (ex ante ed ex post) della coerenza dell’intervento di cui trattasi con il quadro di riferimento pianificatorio, regolatorio e programmatico”.

“Bene”, stigmatizza Togni, “di tutti questi atti richiesti, il Ministero dell’Ambiente ha dichiarato di avere solo quelli del punto 1 e 4 e per il rilascio in formato digitale chiede il pagamento di 5 euro”.
“Ma per la trasparenza ogni atto, soprattutto quando vi un così elevato interesse pubblico”, chiosa il sindaco, “non dovrebbe essere già di dovere pubblicato e a disposizione di tutti?”
La battaglia dei comitati e dei comuni che si oppongono alla realizzazione del collettore prosegue: sono 12 i Comuni bresciani che si oppongono alla nomina del commissario ed ora si aggiunge un altro ricorso per il presunto accesso negato agli atti del progetto.

 

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