Allargamento aeroporto di Montichiari, la Save sentita in Commissione

La società ha detto di voler espandere il trasporto merci, ma l'aeroporto di Malpensa ha lo stesso piano e si rischia di entrare in competizione. Per il trasporto passeggeri invece non c'è abbastanza domanda.

Milano. Nella mattinata di giovedì si è riunita al Pirellone la Commissione regionale “Territorio, infrastrutture e mobilità”. L’audizione è stata molto partecipata, il tema principale era il futuro dell’aeroporto di Montichiari D’Annunzio.
A intervenire diversi membri di maggioranza e opposizione, ma anche una delegazione del Gruppo Save, che gestisce l’infrastruttura. Per l’occasione era presente anche Francesco Follonari, nuovo direttore dell’aeroporto.
La società ha detto di voler investire i 100 milioni previsti nel business plan mandato al Ministero, ma al momento fermo. L’obbiettivo principale è rilanciare il trasporto logistico nella zona, attraendo più aerei cargo. Il Gruppo ha riconosciuto che per quanto riguarda il traffico di passeggeri al momento non c’è domanda.
Secondo i critici però implementare il trasporto delle merci non sarebbe così semplice. Sia l’aeroporto di Malpensa che quello di Montichiari vogliono espandersi in questo settore, dato che il mercato del trasporto passeggeri è saturo. Manca però un coordinamento nazionale o anche solo regionale, il che porta le due città a competere per accaparrarsi un futuro di crescita che non è nemmeno certo.
“I piani per il futuro di entrambe le infrastrutture presentano dati sovrastimati. Serve una pianificazione di ampia scala per evitare danni”, ha dichiarato il consigliere di ADV Onorio Rosati. “Il masterplan Malpensa 2035 della società SEA prevede un milione e 200 mila tonnellate di merci trasportate all’anno, ma sembra fare gli stessi errori di quello dell’anno 2000: non considera le ipotesi di sviluppo degli altri aeroporti del Nord Italia”.
La Save ha infatti come obbiettivo, in un arco di tempo ancora più breve, quello di raggiungere le 300mila tonnellate annue a Montichiari. “In totale questi due aeroporti dovrebbero ricevere ogni anno un milione e 500 mila tonnellate, ma in Italia il volume complessivo è di un milione e 80mila tonnellate, secondo i dati di Assaeroporti”.
Rosati punta poi il dito contro i costi delle operazioni di allargamento, costi che non solo economici ma anche ambientali e sociali. “Per lo scalo di Malpensa, il masterplan prevede di consumare 44 ettari dell’area protetta regionale. Una proposta già bocciata dalla procedura di valutazione di impatto ambientale, che ora però andrà rifatta”.
Soddisfatta invece la consigliera Claudia Carzeri, grande sostenitrice dell’incontro di giovedì. “Abbiamo definito gli obiettivi comuni di politica e società, implementando un dialogo che saprà unire anche pensieri differenti per il bene dell’aeroporto. Con il nuovo direttore Follonari siamo pronti a ripartire”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.