“Accordo con Caffaro non è un fallimento”

La Cisl replica al segretario generale della Cgil, secondo cui sarebbe stato un errore siglare l'intesa con l'azienda. "Lavoro garantito per 60 persone".

Più informazioni su

(red.) Ancora polemiche sul caso Caffaro a Brescia, ma questa volta lo scontro è tra sindacati.
La Cisl, infatti, replica ad un’affermazione rilasciata alla stampa locale dal segretario della Cgil Damiano Galletti, secondo cui l’accordo del 2011, siglato dalla Cisl con l’azienda, ma non da Cgil e Uil sarebbe stato un fallimento, alla luce dei recenti sviluppi della storia dell’azienda, che rischia di chiudere i battanti per l’elevato costo dell’energia.
«Una ricostruzione lapidaria – commenta la Cisl – che funziona però solo con gli smemorati, e che risponde ad uno schema logico davvero imbarazzante: secondo Galletti, infatti, avere garantito lavoro a 60 persone sarebbe un fallimento, così come avere costretto l’azienda ad un rigido protocollo ambientale andrebbe catalogato tra i risultati di cui non andare fieri». Secondo il segretario generale di Femca Cisl Giuseppe Marchi, «l’accordo di due anni è tutt’altro che un fallimento: firmato solo dalla Cisl, è vero, ma con il voto favorevole del 70% dei lavoratori e sostenuto unitariamente dalle Rsu, compreso il rappresentante della Cgil».

 

“Come abbiamo sostenuto in altre vicende – continua il sindacalista – siamo più che mai convinti che ogni posto di lavoro salvato è una conquista e non un fallimento. E siamo convintissimi che avere garantito a 60 persone un salario pieno per tre anni senza caricare ulteriormente i costi degli ammortizzatori sociali sia un successo per il sindacato e per il mondo del lavoro. L’accordo sottoscritto solo dalla Femca Cisl ha garantito per tre anni l’opera di salvaguardia del livello delle falde con i costi di tale interventi a carico dell’azienda e non della collettività”. Ignoranza o malafede, dunque, in chi parla di fallimento di quell’accordo?

 

“Certamente la situazione di oggi ci vede tutti affrontare con amarezza le decisioni che la direzione sta maturando”, aggiunge Marchi, ma mettere in relazione l’accordo di due anni fa con gli sviluppi di oggi è completamente fuori luogo.

 

“Forse – conclude il Segretario della Femca Cisl – varrebbe la pena ricordare ai censori l’insegnamento di don Mazzolari: A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?”

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.