Famigliari vittime del Covid: la Corte europea dei diritti dell’uomo accoglie il ricorso

I legali dell'associazione, che raccoglie una quarantina di persone, hanno denunciato gli estremi di violazione dei diritti dell’uomo nella gestione della pandemia in Italia.

Brescia e Bergamo. I familiari delle vittime del Covid19 d’Italia si sono rivolti alla giustizia europea, tramite i loro legali, ed è il ricorso alla Cedu (Corte europea dei diritti dell’uomo) ha passato il primo vaglio di ammissibilità.
L’ organo giurisdizionale internazionale, istituito nel 1959 dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) del 1950, per assicurarne l’applicazione e il rispetto, conta l’adesione dei 46 membri del Consiglio d’Europa.

Il team dei legali che segue da quasi 4 anni i familiari sia in ambito penale che civile (gli avvocati Consuelo Locati, Luca Berni, Giovanni Benedetto, Piero Pasini, Alessandro Pedone), insieme agli avvocati Giulio Lana e Alessio Sangiorgi di Roma, ha infatti presentato ricorso nei mesi scorsi, dopo aver analizzato migliaia di documenti e aver ravvisato gli estremi di violazione dei diritti dell’uomo nella gestione della pandemia in Italia. Hanno aderito alla domanda circa 40 familiari di tutta Italia, anche dal Bresciano

Mercoledì la comunicazione ufficiale dalla Cancelleria della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha comunicato che il «ricorso sarà portato all’esame della Corte prima possibile sulla base dei documenti e delle informazioni fornite», fa tirare un sospiro di sollievo ai familiari dell’Associazione Sereniesempreuniti APS.
«Siamo molto soddisfatti dell’accettazione del ricorso presentato dai nostri legali – commentano i membri del direttivo -. Non era scontato questo passaggio, anzi i parametri della Corte europea sono molto stringenti. Ma noi siamo stati sempre convinti della fondatezza del ricorso viste le responsabilità portate alla luce dal lavoro della Procura di Bergamo, la prima, se non l’unica, ad indagare la gestione della pandemia. Nonostante i tribunali italiani abbiano continuato ad archiviare le posizioni di politici e tecnici, noi continuiamo a lottare per restituire dignità e giustizia ai nostri cari. La strage italiana della pandemia da Covid19 non può essere archiviata come una fatalità o giustificata come un evento straordinario. Noi continueremo a fare memoria e a chiedere giustizia in tutte le sedi opportune».

«Siamo decisamente soddisfatti di questo primo risultato – ha sottolineato Consuelo Locati del team dei legali  – che ovviamente dovrà (come ci auguriamo) essere confermato negli step successivi, ma per ora abbiamo l’evidenza che un organo giudiziario sovranazionale ha ritenuto le nostre argomentazioni degne di approfondimento e di vaglio giudiziale. Attendiamo ora le valutazioni successive della Corte».

 

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