Rincari energetici, la ricetta di Confindustria: credito di imposta e price cap

Per il presidente degli industriali, Franco Gussalli Beretta, la situazione attuale è frutto di mancanza di «politiche energetiche e industriali». Appelo al Governo perchè scongiuri l' «autentico collasso» del sistema imprenditoriale italiano.

Brescia. L’allarme sui rincari energetici, il mondo industriale bresciano lo aveva già lanciato a fine 20121: una “profezia” quanto mai azzeccata e che ora, dopo l’autorevole richiamo del presidente di Confindustria, il bresciano Franco Gussalli Beretta, al Governo perchè scongiurasse l’ «autentico collasso» del sistema imprenditoriale italiano, messo in crisi dai rinnovati costi e dalla crisi di Governo, appare sempre più stringente.
Per il numero uno degli industriali bresciani, sempre molto diretto nelle proprie dichiarazioni, le famiglie starebbero pagando a caro prezzo la mancanza di «politiche energetiche e industriali».

Franco Gussalli Beretta

Per Gussalli Beretta, l’Italia dovrebbe prendere esempio da altri Paesi europei che hanno ampliato e prolungato il credito d’imposta: a rischio c’è la competitività delle attività italiane sul mercato estero.
La crisi minaccia tutti i comparti produttivi e sono numerose le riunioni avviate in questi ultimi giorni (e già programmate per i prossimi) nelle quali le associazioni di categoria stanno valutando le richieste da inoltrare al Governo, in un momento ancora più delicato, viste le prossime elezioni politiche in programma per il 25 settembre.

La svolta, secondo il leader di Confindustria, è quella di percorrere la strada del “price cap”, ovvero vincolare il tasso di crescita di un aggregato di prezzi o tariffe. Il regolatore stabilisce il massimo saggio a cui un insieme di prezzi è autorizzato a crescere per un certo numero di anni e nel rispetto di questo vincolo aggregato l’impresa è libera di fissare i prezzi e le tariffe che desidera.
L’effetto congiunto del price-cap è determinato dal rallentamento della spinta inflattiva, causato dal fatto che le tariffe aumentano in ogni caso ad un ritmo meno elevato rispetto agli incrementi subìti dai prezzi dei beni di consumo. Un metodo che è già stato applicato con successo anche in Gran Bretagna e in Francia.

 

 

 

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