Rincari energetici, anche a Brescia le bollette in vetrina

Su spinta di Fipe-Confcommercio, sono diversi gli esercenti bresciani che hanno affisso in negozio i documenti con le spese più che raddoppiate sostenute per i costi di luce e gas.

Brescia. Mentre l’attuale Governo è al lavoro per valutare le risorse da usare per finanziare nuovi aiuti a imprese e famiglie, in difficoltà a causa del caro energia, anche i partiti, in vista delle elezioni, stanno facendo pressing affinché nuovi sostegni siano coperti con uno scostamento di bilancio. La linea del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e del ministro dell’Economia, Daniele Franco, è però chiara: no al ricorso a un aumento del deficit. Da Palazzo Chigi spiegano che “prima occorre trovare le risorse” e poi si possono prendere i relativi provvedimenti.

Le ipotesi sono tante e varie, tra queste c’è la proroga
del taglio delle accise sui carburanti, ovvero la conferma della riduzione di 30,5 centesimi al litro del prezzo della benzina e del gasolio. Come si legge su Il Corriere della Sera, lo sconto attuale scade il 20 settembre e ogni mese in più costa un miliardo. Un’altra ipotesi, ma sulla quale ci sono molti dubbi, riguarda la messa a disposizione di un pacchetto di settimane di cassa integrazione gratuita per le imprese costrette a fermare o a ridurre temporaneamente la produzione per via del caro-energia.

Ancora, si pensa al rafforzamento del credito d’imposta sui maggiori costi delle bollette, che è del 25% degli stessi per le imprese energivore e gasivore e del 15% per le altre, ed è stato già finanziato anche per le bollette del terzo trimestre dell’anno con 3,4 miliardi di euro nel decreto legge Aiuti bis. Le proposte sul tavolo prevedono l’aumento delle aliquote del credito d’imposta, la sua estensione anche agli esercizi commerciali, la proroga al quarto trimestre del 2022.

Per reperire altre risorse c’è chi ipotizza un aumento della tassa sugli extraprofitti delle imprese del settore energia (ora del 25%). Soluzione però problematica visto che le imprese contestano il prelievo e finora il governo ha incassato poco più di un miliardo rispetto ai 10 preventivati.

A causa del caro bolletta, da qui ai primi sei mesi del 2023 in Italia saranno a rischio circa 120 mila imprese di lavoro del settore terziario e 370 mila posti di lavoro. Questo è quanto emerge dalle stime di Confcommercio-Imprese per l’Italia in merito alla continua crescita dei costi dell’energia e a un’inflazione prossima all’8% dovuta per quasi l’80% proprio all’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche.

Secondo Confcommercio, i settori più esposti sono il commercio al dettaglio, in particolare la media e grande distribuzione alimentare che a luglio ha visto quintuplicare le bollette di luce e gas, la ristorazione e gli alberghi con aumenti tripli rispetto a luglio 2021.

Altro settore a rischio è quello dei trasporti che oltre al caro carburanti (+30-35% da inizio pandemia ad oggi) si trova ora a dover fermare i mezzi a gas metano per i rincari della materia prima. Confcommercio sottolinea però che a risentire pesantemente di questa situazione saranno anche i liberi professionisti, le agenzie di viaggio, le attività artistiche e sportive, i servizi di supporto alle imprese e il comparto dell’abbigliamento che, dopo una stagione di saldi marginalmente favorevole, si trova oggi a dover sopportare incrementi consistenti.

E a causa dei maggiori rincari energetici anche a Brescia è scattata la “protesta delle bollette”: diversi ristoratori e commercianti bresciani, su spinta di Fipe-Confcommercio, hanno affisso sulle vetrine dei locali le copie delle bollette di luce e gas, più che raddoppiate nell’ultimo bimestre.
Secondo Confesercenti (su dati Innova, Unioncamere e Agenzia Entrate), nei prossimi 12 mesi un ristorante di medie dimensioni vedrà lievitare la spesa per la bolletta energetica da 13.500 a 29.700 euro (+120%). Analoga situazione per i bar che passeranno da una media di 6.700 euro per luce e gas a 14.740 euro.

 

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