Imu ‘congelata’, 6,5 mln in meno per la Loggia
Con la sospensione della rata di giugno sulla prima casa decisa dal Governo Letta, i Comuni bresciani rischiano di non incamerare ben 19 milioni di euro.
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(red.) Una buona notizia per i proprietari di case ed immobili, una cattiva, invece, per i Comuni.
Stiamo parlando della sospensione della prima rata dell’Imu sulla prima casa, “congelata” sine die dal Governo Letta appena insediatosi.
Ma per gli enti locali, che sugli introiti derivanti dall’imposta municipale unica facevano conto per la gestione delle risorse, è un duro colpo.
Senza questi soldi, su cui si faceva conto, le amministrazioni faranno fatica a far tornare i bilanci.
Nel Bresciano, infatti, la tassa sulla prima casa, vale ben 51 milioni di euro, 13 di questi (gettito complessivo) solo per la Loggia e la rata di giugno avrebbe consentito di incamerare circa 6,5 milioni di euro, 19 invece, sul territorio provinciale.
Come risolvere una situazione su cui grava l’incertezza assoluta: l’imposta resta solo sospesa o verrà abolita del tutto?
L’assessore al Bilancio del Comune di Brescia, Silvano Pedretti, ha tracciato un sintetico quadro della situazione per la Leonesse che si basa sulla considerazione che ci sono meno soldi derivanti dalle tasse per compilare i bilanci. Tanto più che, come confermato proprio l’altro giorno dallo stesso sindaco uscente Adriano Paroli, l’ente ha un “buco” di circa 30 milioni di euro da recuperare nel 2013.
Una soluzione potrebbe essere l’anticipo agli enti locali dell’ammanco da parte dello Stato. Ma è un’ipotesi realistica?
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