Immigrati, il loro lavoro porta a Brescia 2 milioni di euro

Sono i dati del Rapporto annuale 2023 sull’economia dell’Immigrazione, curato dalla Fondazione Leone Moressa. Nel Bresciano gli immigrati versano 300 milioni di euro di Irpef, con una media di 3.180 pro capite.

Brescia. Qual è il contributo economico della popolazione straniera residente nel Bresciano? I lavoratori immigrati producono un volume di reddito pari a 2.053 milioni di euro, con uno stipendio medio di 14.040 euro (la media regionale è di 17.730) e versano 300 milioni di euro di Irpef, con una media di 3.180 pro capite.
A Brescia il 20% dei residenti è straniero e, dopo Milano, la provincia registra il maggior numero di imprenditori immigrati, il 10% (16.233), dopo Milano che ne conta ben 88.562 (pari al 54,3%) e prima di Bergamo, con 12.039 (7,4%).
Sono i dati del Rapporto annuale 2023 sull’economia dell’Immigrazione, curato dalla Fondazione Leone Moressa e presentato il 19 ottobre al Viminale e alla Camera dei Deputati.

Come riporta l’analisi, la popolazione straniera residente in Italia si conferma stabile a quota 5 milioni ad inizio 2023, pari all’8,6% del totale. L’età media degli stranieri è 35,3 anni, contro i 46,9 degli italiani. Gli indicatori demografici spiegano bene la diversa tendenza: tra gli stranieri vi sono 11,0 nati ogni mille abitanti e 2,0 morti; tra gli italiani, 6,3 nati e 13,0 morti per mille abitanti. Significativo anche il numero di stranieri “naturalizzati” italiani: 133 mila nel 2022, per un totale di 1,4 milioni negli ultimi 11 anni.
Nel 2022 sono stati 338 mila i Permessi di Soggiorno rilasciati dall’Italia, picco massimo dell’ultimo decennio. In ripresa, soprattutto, gli ingressi per lavoro, che rappresentano quasi un quinto del totale. I 67 mila ingressi per lavoro del 2022 sono frutto del Decreto Flussi 2021 (Governo Draghi) e sono dunque destinati ad aumentare nei prossimi anni a seguito dei Decreti del Governo Meloni, che ha previsto 122 mila ingressi per lavoro nel 2023 e 452 mila nel periodo 2024-2026.

imprese straniere

In Europa, i Paesi con più immigrati per lavoro sono Polonia, Spagna e Germania. In Italia, il rapporto tra ingressi per lavoro e popolazione residente (11,3 ogni 10 mila abitanti) rimane inferiore rispetto alla media Ue (27,4). Il primo canale d’ingresso in Italia, infatti, rimane il ricongiungimento familiare (38,9% del totale).
Dopo la flessione dovuta alla pandemia, il tasso di occupazione degli stranieri (60,6%) torna a superare quello degli italiani (60,1%), pur rimanendo al di sotto dei livelli pre-Covid. Gli occupati stranieri sono 2,4 milioni e si concentrano nei lavori manuali: l’incidenza degli stranieri, infatti, è mediamente del 10,3% sui lavoratori totali, ma raggiunge il 28,9% tra il personale non qualificato.
I lavoratori immigrati producono 154,3 miliardi di Valore Aggiunto, dando un contributo al PIL pari al 9%. L’incidenza sul PIL aumenta sensibilmente in Agricoltura (15,7%), ed Edilizia (14,5%).

Continua l’aumento degli imprenditori immigrati, che nel 2022 sono 761 mila (10,1% del totale). In dodici anni (2010-22), gli immigrati sono cresciuti (+39,7%) mentre gli italiani sono diminuiti (-10,2%). Incidenza più alta al Centro-Nord e nei settori di Costruzioni, Commercio e Ristorazione.
Dopo la pandemia, torna a crescere il numero di contribuenti immigrati. Si tratta di 4,3 milioni di contribuenti (10,4% del totale), che nel 2022 hanno dichiarato redditi per 64 miliardi di euro e versato 9,6 miliardi di Irpef. Rimane alto il differenziale di reddito pro-capite tra italiani e immigrati (circa 8 mila euro annui di differenza), conseguenza diretta della concentrazione occupazionale.
Rimane positivo il saldo tra il gettito fiscale e contributivo (entrate, 29,2 miliardi) e la spesa pubblica per i servizi di welfare (uscite, 27,4 miliardi), con +1,8 miliardi di euro in attivo. Gli immigrati, prevalentemente in età lavorativa, hanno infatti un basso impatto sulle principali voci di spesa pubblica come sanità e pensioni.

 

 

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.