Staminali, pm: “L’azienda lucrava sui malati”

Secondo il rapporto del ministro Balduzzi sarebbero emerse irregolarità da parte di Stamina, la società che effettuava le cure sperimentali al Civile di Brescia.

(red.) Altro che onlus senza fini di lucro. La Stamina Foundation, a differenza di come si presentava al pubblico, aveva un vertice ”animato dall’intento di trarre guadagni da pazienti affetti da patologie senza speranza”.
Consapevole di agire oltre il confine della legalità, se è vero che, come risulta alla Procura di Torino, invitava i clienti ”a non dire nulla in giro” perchè ”queste procedure sono vietate”. E che una volta, parlando del numero dei malati, si è lasciato scappare un ”fortunatamente sono in aumento”.
Ecco il quadro che il pm Raffaele Guariniello e i Carabinieri del Nas hanno tracciato della società che a Brescia, in accordo con l’Asl, svolgeva trattamenti terapeutici a base di cellule staminali.
Questo martedì un giudice del lavoro di Venezia deve pronunciarsi sul ricorso dei genitori di una bimba di due anni, Celeste, colpita da atrofia muscolare spinale: chiedono che la piccola possa riprendere la terapia sperimentale cui veniva sottoposta a Brescia fino ad alcuni mesi fa, quando l’attività del centro è stato bloccato dall’Aifa (Agenzia italiana per il farmaco).
”Faccio appello”, ha detto papà Gian Paolo, “affinchè le persone coinvolte nella vicenda di mia figlia comprendano la gravità di quello che stanno facendo. Qui si parla di vite umane”.
Anche l’Asl bresciana ha presentato un ricorso al Tar. Lo stop, scattato a maggio, è un provvedimento amministrativo, e non è stato disposto dalla Procura di Torino. Quello che la Procura di Torino ha fatto è stato indagare, per un paio d’anni, su un gruppo di specialisti che hanno lavorato anche nel capoluogo piemontese. E di informare passo dopo passo il Ministero della Salute.
Il ministro Renato Balduzzi, dopo il blocco deciso dall’Aifa, ha disposto nuovi accertamenti e ha trasmesso i risultati alla magistratura. Sono emerse irregolarità di varia natura. Sembra che non sia possibile, per esempio, garantire in ogni occasione la tracciabilità dei prodotti utilizzati. L’accordo fra Asl e Stamina prevede l’impiego di metodi brevettati, mentre in realtà ci sarebbero solo delle domande di brevetto (gli ispettori ministeriali hanno detto di non conoscerne l’esito).
Alcune settimane fa la Procura di Torino ha chiuso le indagini preliminari a carico di tredici persone. Fra i reati contestati, l’associazione per delinquere, la somministrazione di farmaci pericolosi, la truffa.
La figura centrale è considerata quella del presidente della Stamina, Davide Vannoni, 42 anni, professore associato di scienze cognitive all’università di Udine. Un uomo che si dedica alla ricerca e allo sviluppo delle terapie a base di staminali. La sua società, secondo i pm, chiedeva ai pazienti dai 30 ai 50 mila euro.
Spiegando che, nel bonifico, dovevano precisare che il versamento era una ”donazione”, dal momento che certi trattamenti non erano permessi.
Un paziente, colto da malore dopo una puntura lombare, si fece ricoverare in ospedale a San Marino, dove raccontò ai medici che stava seguendo una terapia cellulare: fu invitato a ritrattare, a dire di essersi sbagliato perchè in stato confusionale.
Sono una settantina i clienti identificati dai Carabinieri del Nas. Nelle carte dell’indagine c’è la traccia di un video promozionale della ditta: si vedono le evoluzioni di un ballerino russo che, prima del trattamento con le staminali, era martoriato dal morbo di Parkinson.

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