“Sono un bandito, non un assassino”

Davide Bettera si è dichiarato estraneo all'omicidio di Giancarlo Ragnoli, nonostante l'accusa di Gianluigi Dordi e di un pentito bresciano.

(red.) Un bandito ma non un assassino. Nella giornata di venerdì si è tenuta una nuova udienza sull’omicidio di Giancarlo Ragnoli, avvenuto a Roncadelle nel 2005.
Davide Bettera, l’uomo indicato da Gianluigi Dordi e da un pentito bresciano come esecutore materiale del delitto, ha negato di essere coinvolto nella vicenda. Davanti ai giudici della Corte d’assise del Tribunale di Brescia, l’individuo si è dichiarato innocente, anche se ha ammesso di aver commesso una serie di rapine tra Milano e Brescia, compreso il colpo alla Banca agricola mantovana del 2005, che fruttò 80 mila euro.
Bettera ha raccontato ai giudici che Dordi gli teneva il denaro delle rapine, oltre 100 mila euro, e di avere un’amicizia fraterna con quello che, alla luce dei fatti, risulta essere il suo principale accusatore. I magistrati hanno cercato di chiarire alcune frasi estrapolate da una conversazione telefonica tra il presunto omcida, in carcere ma con un cellulare, e una sua fidanzata. Bettera avrebbe raccontato di aver fatto cose brutte e pericolose con Dordi. Ci sarebbe, inoltre, un secondo collaboratore di giustizia che lo accuserebbe dell’omicidio. Un suo ex compagno di cella al quale, però, lui ha negato di aver fatto alcuna confidenza.

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