Omicidio Ragnoli, presi mandante ed esecutore

L'ultrà del Brescia venne freddato a colpi di pistola sulla porta di casa a Roncadelle. A sette anni di distanza la clamorosa svolta. In manette due uomini.

(red.) Il mandante e l’esecutore dell’omicidio di Giovanni Carlo Ragnoli, avvenuto il 6 gennaio del 2005 a Roncadelle, nel Bresciano, sono stati arrestati.
Ne danno notizia i carabinieri del Comando Provinciale di Brescia che, al termine di lunghe indagini, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Ufficio gip del Tribunale di Brescia nei confronti di due persone ritenute responsabili a vario titolo dell’omicidio dell’uomo, un ultrà del Brescia, molto conosciuto nella curva sud dello stadio Rigamonti.
In manette sono finiti, al termine di una complessa indagine, Luigi Dordi, 36 enne di Brescia, ritenuto il mandante dell’agguato mortale, e Davide Bettera, 35enne di Iseo, accusato invece di aver eseguito materialmente l’assassinio dietro un compenso di 12 mila euro.
L’omicidio sarebbe maturato nel mondo del traffico di stupefacenti. Una vendetta nella quale a pagare un prezzo altissimo fu proprio il tifoso biancoblu.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, all’origine ci sarebbbe una storia di vendette trasversali iniziata quando una persona si sarebbe rivolta a Ragnoli per avere protezione dopo essere stato ferito con un’arma da taglio da Dordi. Ragnoli avrebbe sparato con un fucile a canne mozze a Dordi e quest’ultimo, insieme ad un amico, avrebbe preparato l’agguato mortale, ingaggiando, dietro pagamento, Bettera.
Nel primo pomeriggio dell’Epifania del 2005 un uomo si era presentato alla porta di Ragnoli, all’epoca agli arresti domiciliari, esplodendogli contro sei colpi di pistola. La vittima, colpita al torace, all’addome e ad una gamba, morì poco dopo l’arrivo dei soccorsi.
Il 31 dicembre del 2010 le prime rivelazioni di un pluripregiudicato mettono gli investigatori sulla pista giusta: Dordi viene messo alle strette e fa le prime ammissioni, ma avendo problemi psichiatrici, per ottenere prove attendibili occorrono altri riscontri. Riscontri che arrivano da altre fonti e che consentono così di incastrare i due uomini alle proprie responsabilità.
Le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Brescia, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia, hanno consentito, dopo sette anni, di chiudere il cerchio intorno a quelli che sono risultati essere il mandante e l’esecutore materiale dell’efferato omicidio.

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