Omicidio Cantamessa, l’ombra del caporalato

Un anno fa l'investimento mortale della ginecologa del S.Anna. La maxi rissa forse legata ad una faida per lavorare nelle serre di insalata.

(red.) Era l’8 settembre di un anno fa, quando, al termine di una maxi rissa tra bande rivali di indiani sulla provinciale a Chiuduno la ginecologa 44enne della clinica Sant’Anna di Brescia,  Eleonora Cantamessa, residente a  Trescore Balnerario, venne uccisa dall’auto lanciata a tutta velocità da un indiano 25enne, Vicky Vicky, mentre si era fermata a prestare soccorso a Baldev Kumar, 31 anni, fratello dell’investitore, e che morì con la donna, entrambi travolti dalla vettura.
Un episodio che ha lasciato sgomenti, ma i cui contorni sono stati dipanati solo ora. Secondo l’inchiesta condotta dal pubblico ministero Fabio Pelosi, che ha cercato di stabilire le cause della maxi rissa costata la vita a due persone, sarebbe emerso che molti degli indagati, tutti di nazionalità indiana, lavorino per Agronomia, una società ha che sede a San Paolo d’Argon e che detiene il primato italiano per la coltivazione e vendita delle insalate in busta.
Oltre a Vicky Vicky, accusato di omicidio volontario, nel registro degli indagati ci sarebbero altri sei appartenenti al gruppo familiare di Kumar e altre dieci persone risultano formalmente indagate, quasi tutte per rissa aggravata. Si profilerebbe dunque uno scontro basato sulle lotte per il caporalato, tra bande rivali in guerra per accaparrarsi gli impieghi nelle serre di insalata.
Un dettaglio non certo irrilevante, che potrebbe emergere anche durante la prossima udienza, fissata per il 10 ottobre, nella quale Vicky Vicky, difeso dall’avvocato Benedetto Maria Bonomo, comparirà in tribunale per rispondere del duplici omicidio del fratello Baldev Kumar e della dottoressa Eleonora Cantamessa.

 

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