“Expo, per Brescia un’occasione d’oro”

Quibrescia.it ha intervistato Giancarlo Turati (Aib), per avere un quadro generale sui progetti legati all'evento milanese.

turati-aib-brescia(v.p.) Che cosa rappresenta Expo 2015 per il tessuto bresciano? L’Albero della vita (la struttura di 35 metri costruita dai bresciani che sarà l’icona del Padiglione Italia) era proprio necessario? E il FuoriExpo di Brescia è una manifestazione aperta a tutti oppure no? Sono molte le tematiche e gli interrogativi legati all’esposizione internazionale in programma a Milano dal prossimo maggio.
Manca ormai pochissimo a questo evento di portata mondiale, e per capire quali saranno le ricadute sulla nostra provincia e sul mondo delle imprese, abbiamo scambiato alcune battute con Giancarlo Turati, vicepresidente di Aib, responsabile della Piccola industria, nonché delegato per tutte le manifestazioni bresciane a corollario dell’evento milanese in qualità di numero uno dell’Ats, l’Associazione temporanea di scopo dedicata alla manifestazione.
DOMANDA. Turati, l’Expo per Brescia è così importante?
RISPOSTA. Altro che se lo è.
D. Ma come mai?
R. Deve muovere curiosità intorno al nostro territorio da parte di investitori e realtà estere. E, volontariamente, ho parlato di territorio e non di imprese.
D. Siamo una realtà industriale consolidata, questo non basta?
R. E’ un buon punto da cui partire, ma ormai l’internazionalizzazione si basa anche su altri fattori.
D. E quali sono?
R. Gli imprenditori che vengono a Brescia, oltre ai prodotti, vogliono conoscere il territorio. Sono incuriositi dalle bellezze artistiche, dalla storia, dalla cultura e dal buon cibo. Quindi le industrie da sole non bastano più. E’ necessario che si faccia sistema.
D. La domanda allora è un’altra: a Brescia è possibile fare sistema?
R. Ci stiamo provando, e devo dire che i risultati stanno arrivando. Stiamo cercando di costruire un metodo nuovo di promozione.
D. Di che risultati sta parlando?
R. Siamo l’unica zona territoriale, in Italia, ad aver creato un’Associazione temporanea di scopo (Ats) così ramificata per l’Expo 2015. Tutto il tessuto è ben rappresentato. Ci sono oltre 60 partecipanti con un pezzo importante di territorio.
D. Anche la nostra provincia sta cambiando, quindi?
R. La scelta è obbligata. Se il turismo, la cultura e l’impresa si muovono in maniera indipendente, i risultati saranno minori di un terzo, o anche meno, rispetto a un’azione collettiva e incisiva e ben coordinata. Chiaro che ognuno deve metterci la propria competenza. Tutte le eccellenze devono cooperare.
tribunaleexviamorettoD. E sarà questo il FuoriExpo?
R. Sarà questo, ma anche tanto altro.
D. Perché è stato scelto l’ex-tribunale di via Moretto a Brescia come centro espositivo per le iniziative?
R. Palazzo Colleoni è bellissimo, ha una doppia entrata, è un biglietto da visita nuovo per il nostro sistema.
D. Sì, ma è scomodo da raggiungere, c’è un problema di parcheggi e di risistemazione interna. Non si poteva utilizzare il Palafiera?
R. Ci abbiamo pensato, ma volevamo dare una serie di messaggi diversi.
D. Quali?
R. Il Palafiera avrebbe rappresentato esclusivamente il mondo imprenditoriale, e questo non ci piaceva. Oltretutto noi volevamo portare la gente in città, e non in periferia. L’ex-tribunale è proprio al centro del cosiddetto quadrilatero della bellezza, senza contare che si trova in una zona desertificata di Brescia: tribunale trasferito, circolo ufficiali di via Crispi chiuso e Pinacoteca in fase di restauro… Volevamo dare un segnale anche ai commercianti, e provare a creare una scintilla. Per non parlare dei nostri centri museali che devono essere visitati e compresi.
D. E ce la farete?
R. Ci stiamo provando, è una sfida importante, ma devo dire che ci stiamo muovendo bene.
D. Chiariamo alcune questioni su Palazzo Colleoni?
R. Siamo qui apposta.
D. Quanto costa il restauro del palazzo, che è di proprietà del comune di Brescia?
R. Il restauro e la ristrutturazione completa costerebbero alcuni milioni di euro. Noi faremo una sistemazione, che è altra cosa.
D. In termini economici quanto si investirà?
R. Come Ats investiremo 650 mila euro. Regione Lombardia metterà 350 mila euro. Poi ci sono degli sponsor, e il resto lo metterà Aib.
D. E che cosa ospiterà?
R. Al piano terra ci saranno un infopoint e un’area espositiva per le aziende.
D. Aziende legate al food?
R. Non solo. Aziende interessate a mettere in mostra un’eccellenza, dalle pressofusioni alle bollicine. Sono oltre 120 le imprese che, al momento, hanno manifestato interesse.
D. E poi?
R. Poi ci sarà il cortile, che ospiterà eventi più leggeri. Più un angolo dedicato alle scuole alberghiere che faranno una serie di show cooking, tanto di moda in questo periodo.
D. Al primo piano?
R. Il primo piano è, nei fatti, il piano nobile. Ci saranno uno spazio espositivo, uno spazio convegnistico, due zone adibite a mostre e poi la ristorazione. Si potranno organizzare cene o pranzi per un massimo di 120 coperti.
D. C’è anche un piano superiore?
R. Certo che c’è. Qui troveranno posto gli uffici e, quasi certamente, laboratori e coworking. Voglio aggiungere che le tre scuole di restauro, durante le iniziative, sistemeranno affreschi e zone di pregio con la formula del cantiere aperto al pubblico. L’edificio parteciperà, inoltre, alle giornate Fai di Primavera, mentre l’archivio Negri allestirà una mostra fotografica con immagini del 1904 legate a un evento per certi versi simile all’Expo, anche se in forma assai più ridotta.
D. Chi si occuperà degli eventi?
R. Non noi. Siamo industriali, non siamo capaci di farlo. Il comune di Brescia ha però messo a disposizione Francesca Bertoglio, direttrice del cinema Eden e consulente di Expo, che sta lavorando molto e bene per costruire iniziative all’altezza dei nostri progetti. Devo dire che tutte le realtà coinvolte si stanno impegnando con entusiasmo e grandissima serietà.
D. Possibile che nessuno abbia criticato il progetto?
R. Inizialmente delle critiche ci sono state. Ma mai dalla base. Le persone che incontravo, proprio come le piccole imprese, hanno subito sposato l’idea. Qualche realtà strutturata, inizialmente, ha storto un po’ il naso, soprattutto agli inizi della collaborazione con altre filiere. Ma ora tutti lavoriamo bene e crediamo fortemente nel progetto.
albero vita Expo 2015D. L’ultimo argomento da affrontare è l’Albero della vita…
R. Un progetto sul quale abbiamo dovuto combattere, ma che si farà.
D. Ne è certo?
R. Si farà di sicuro. Anche se le aziende che partecipano devono correre.
D. Sono indietro con la produzione?
R. La produzione è il minore dei problemi. Il problema più grosso è l’installazione. Pensate a montare in pochissimo tempo una struttura alta 35 metri, che in cima ha una larghezza di 45 metri. Anticipo soltanto che è stata progettata un’impalcatura, sinora mai realizzata, per velocizzare il montaggio.
D. Quanto costerà?
R. La struttura, totalmente a carico delle imprese bresciane, intorno ai 3 milioni di euro. Poi c’è l’allestimento: c’è una gara d’appalto con base d’asta di 3,9 milioni con aggiudicazione al ribasso.
D. Ma sarà davvero così utile?
R. E’ un biglietto da visita che desterà una grande curiosità. Ne siamo sicuri. In tanti si chiederanno chi ha realizzato quest’opera, e tutte le imprese che hanno partecipato sono bresciane. Per fare una campagna di marketing così importante avremmo dovuto spendere almeno il doppio.
D. E come si integrerà questo lavoro con l’esposizione milanese?
R. Aggiungo che, come Ats, abbiamo comprato spazi per sei giornate di Expo, che ci costeranno circa 1,5 milioni di euro. Lì sarà un macello, e dovremo muoverci bene per promuovere le nostre attrattive e invogliare gli investitori a dire: ma sì, facciamo un salto a Brescia.

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