Brescia, turismo: «Meno tedeschi, più prenotazioni last minute»

Secondo i dati di Federalberghi, nel Bresciano si è registrata una contrazione delle presenze, legata «sia all'extralberghiero, sia anche all'incertezza economica degli ultimi mesi con l'aumento dei tassi e la conseguente contrazione dei consumi».

Brescia. Saranno quasi 35 milioni gli italiani in viaggio questa estate, con il 90% che
preferirà le mete locali a quelle estere ed un giro d’affari totale che si attesterà a 33,8
miliardi di euro. Questi sono alcuni dei dati rilevati da Federalberghi negli scorsi giorni.
«Per la nostra provincia questa estate la situazione è positiva, ma sui laghi e in montagna non si raggiungeranno i numeri del 2022 che sono stati i migliori di sempre.
Serve tenere conto che, se si estende il confronto sull’intero anno, le presenze del 2023
saranno sicuramente superiori rispetto al 2019, che è il vero metro di paragone. In questa
stagione estiva si sta lavorando maggiormente con prenotazioni last-minute, ma il trend è
comunque positivo per Ferragosto. Di certo la riapertura generale dopo il Covid e la
possibilità di viaggiare senza più restrizioni in tutto il mondo sta incidendo» ha detto il
presidente di Federalberghi Brescia, Alessandro Fantini.

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C’è una flessione dovuta alla mancanza dei turisti tedeschi a causa della crisi interna della Germania, ma ciò non riguarda la clientela alto spendente, infatti, la riduzione delle presenze impatta soprattutto sugli altri target: «Sono calati – ha aggiunto il presidente Fantini – i tedeschi, ma stiamo avendo un buon riscontro e un aumento dei turisti da Inghilterra, Stati Uniti, Francia, Polonia e Repubblica Ceca. Sul calo dei flussi nelle strutture alberghiere pesa l’aumento del peso delle presenze dell’extralberghiero, ma anche l’incertezza economica degli ultimi mesi con l’aumento dei tassi e la conseguente contrazione dei consumi».
«In città – ha aggiunto il presidente di Federalberghi Brescia – l’aumento delle
presenze estive è sensibile rispetto al 2019, ultimo anno prima del Covid, anche perché
Brescia si sta consolidando sempre di più come una meta per il turismo culturale».

Le previsioni dovranno essere confermate al termine dell’estate, ma la speranza è che il 2023 sia uno degli anni migliori di sempre a livello di presenze per l’intera provincia di Brescia: «Merito della qualità che viene offerta nelle nostre strutture in tutto il nostro territorio. Si tratta anche di un riconoscimento per l’impegno messo in campo dagli albergatori bresciani che negli scorsi mesi si sono impegnati ad assorbire loro stessi per la maggior parte l’aumento dell’inflazione e dei prezzi dei servizi, non andando ad incidere significativamente sul costo delle camere», ha concluso Fantini.

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