Confcommercio e Confesercenti: “Chiediamo chiarezza sulla diffusione del contagio”

(red.) “Chiediamo chiarezza”, questa è la richiesta che Confcommercio Brescia e Confesercenti della Lombardia Orientale rivolgono a Regione Lombardia, ai Comuni ed alla Provincia di Brescia riguardo l’aumento dei casi di contagio ed il conseguente passaggio in “zona arancione” dell’intero territorio bresciano.“Vogliamo sapere”, ha detto il presidente di Confcommercio Brescia Carlo Massoletti, “se la Pubblica amministrazione ha le idee chiare su come si stia diffondendo il contagio, su quali fasce della popolazione lo stiano diffondendo e in quali luoghi. Siamo stanchi e stufi delle solite accuse demagogiche sulla troppa gente in giro”.

Al momento – informa una nota congiunta delle due associazioni di categoria – non sono state diffuse informazioni per comprendere il fenomeno in atto in questi ultimi giorni, dati che sarebbero fondamentali anche per tutelare le imprese del commercio, del turismo e dei servizi che sono state troppo spesso accusate di essere luoghi diffusori del Covid-19 senza prove scientifiche.
“La Lombardia è collocata in ‘zona gialla’ da ormai tre settimane, eppure questo aumento dei casi interessa per la maggior parte soltanto la nostra provincia. Ci aiutino a comprendere il perché e ci mostrino un piano concreto per affrontare la situazione”, ha affermato il presidente di Confesercenti della Lombardia Orientale PierGiorgio Piccioli.

È doveroso, inoltre, ricordare che le imprese del terziario sono ancora in attesa dei ristori natalizi, oltre ai risarcimenti dovuti dopo la settimana trascorsa nel mese di gennaio ingiustamente in “zona rossa” e dopo lo stop a poche ore dalla riapertura degli impianti sciistici, che ha danneggiato gravemente l’intera filiera della montagna.“Ci mettiamo”, hanno concluso Massoletti e Piccioli, “ancora una volta a piena disposizione di Regione, Comuni e Provincia per aiutare a migliorare la situazione, ma ci aspettiamo che tutti si assumano le proprie responsabilità e non facciano ricadere l’intera colpa sulle micro e piccole imprese commerciali, turistiche e dei servizi del nostro territorio”.

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