Spari all’ex collega a Paratico, arresto convalidato ma è in Psichiatria

Il 22enne Michele Rinaldi è in ospedale dopo che sabato, in carcere, aveva manifestato segni di agitazione.

(red.) Nella giornata di ieri, lunedì 28 settembre, all’interno del carcere di Canton Mombello a Brescia era previsto l’interrogatorio di convalida del fermo a carico di Michele Rinaldi, il 22enne che, come lui stesso ha confessato nelle prime battute ai carabinieri, lo scorso venerdì 25 mattina aveva raggiunto la fabbrica Colombo&C. di via Vanzago a Paratico sparando sette colpi di pistola e ferendo l’ex collega 38enne Simone Martinelli. Un piano, quello dell’omicidio, che però non gli era riuscito a causa della scarsa mira e della prontezza di riflessi della vittima che si era protetta con le mani. In ogni caso, ieri l’interrogatorio non si è svolto nel momento in cui il 22enne già sabato, dopo essere stato portato dietro le sbarre, aveva mostrato segni di agitazione ed è finito nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Civile di Brescia.

Tuttavia, quando terminerà la sua esperienza di cura all’interno della massima struttura cittadina dovrà poi tornare dietro le sbarre. Infatti, l’arresto è stato convalidato per evitare il rischio di reiterazione del reato. L’aggressore resta accusato di tentato omicidio pluriaggravato. Secondo l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Donato Greco, Rinaldi che da un anno è seguito da una psichiatra e che per questo motivo potrebbe vedersi disposta una perizia, avrebbe preparato per tempo il colpo. Tutto sarebbe scattato nel novembre del 2019 quando Rinaldi sarebbe stato rimproverato da Martinelli, allora collega.

A quel punto il 22enne aveva comprato in estate una pistola denunciata e per entrare in azione aveva sostituito le targhe del proprio veicolo con cartoni riportanti i numeri di un mezzo del Comune di Paratico. Per questo motivo, secondo gli inquirenti l’uomo sarebbe stato lucido in questa fase. Ma non sarebbe riuscito nel piano di uccidere il 38enne. Mentre il giorno dopo i fatti i carabinieri, ai quali il 22enne aveva confessato – ma non al magistrato – nella casa del 22enne a Villongo, nella bergamasca, era stata trovata la pistola insieme al passamontagna. Ora si attende che il giovane, dopo la degenza al Civile, venga trasferito in carcere e in seguito il suo avvocato potrebbe chiedere misure alternative.

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