Pontevico, discarica via Feroldi: “Quali le misure di sicurezza attuate dal Comune?”

Nel 2018 i carabinieri del Noe avevano portato alla luce un vasto traffico illecito di circa 10 mila tonnellate di scorie, di cui 1.200 finite in un capannone del paese. "Vivere Pontevico" chiede se lo stoccaggio sia sicuro e non sussistano rischi di autocombustione o vandalismi.

Pontevico. Sono passati 5 anni dal sequestro del capannone discarica di via Feroldi a Pontevico, nel bresciano.
Il “caso” era esploso nel 2018 quando i carabinieri del Noe avevano portato alla luce un vasto traffico illecito di circa 10 mila tonnellate di scorie, di cui 1.200 finite in un capannone di Pontevico.
Vivere Pontevico, tramite il suo portavoce, Alessio Pesenti, ha riacceso i fari sulla questione con una lettera aperta inviata al sindaco Alessandra Azzini. «Ad oggi tutto è come 5 anni fa: 1.200 tonnellate di rifiuti abbandonati in un capannone. Sappiamo degli sforzi fatti dall’amministrazione per rimuovere i rifiuti, purtroppo senza risultati, ma non possiamo far finta che il problema non esista. La situazione ora si trova ad affrontare l’ennesimo periodo estivo, caratterizzato da temperature elevate e forte umidità».

«Abbiamo il forte timore – continua Pesenti – che il caldo estivo possa innescare un’autocombustione dalla fermentazione dalle balle di rifiuti non ben identificati presenti nel magazzino, per non parlare poi del timore di qualche male intenzionato».
«Chiediamo al sindaco – continua Pesenti – di attivarsi affinché venga svolto un celere sopralluogo per verificare che la situazione non stia degenerando e che si siano stati presi tutti i necessari accorgimenti per evitare roghi o la generazione di situazioni sanitarie pericolose. Esiste un sistema di rilevamento incendio? È attivo? Quali pericoli sanitari stiamo correndo? I contatori dell’energia elettrica appaiono disattivati, e sicuramente con loro qualsiasi dispositivo di
sicurezza antiintrusione».

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