Sfratti bloccati a Brescia e Carpenedolo

Il Comitato dell'associazione Diritti per tutti è intervenuto in quattro casi, riuscendo a evitare l'intervento. Prossimo appuntamento mercoledì in via Milano.

Più informazioni su

(red.) Continua la lotta del Comitato provinciale contro gli sfratti e dell’associazione Diritti per tutti che lunedì mattina ha impedito che quattro famiglie venissero allontanate da casa.
Dopo Sarezzo Trenzano, dove il picchetto dei militanti è riuscito a far slittare il procedimento dell’ufficiale giudiziario, altri due casi si sono verificati a Brescia, gli altri due a Carpenedolo. La lunga mattinata di mobilitazione è cominciata molto presto ad Urago Mella, quartiere periferico della città dove, in un palazzone dell’Aler , si sono presentati agenti della polizia Locale motociclisti più due pattuglie per sfrattare una famiglia italiana composta da marito moglie ed un bambino 2 anni.
“Lo sfratto”, precisa il Comitato, “era illegittimo, perchè la commissione straordinaria dell’Aler nei giorni scorsi aveva accettato il ricorso della famiglia riconoscendole il titolo per occupare l’appartamento; il tempestivo intervento degli attivisti ha determinato l’abbandono del campo da parte degli agenti”.
A Carpenedolo invece si è dato vita ad un picchetto antisfratto in via Zanardelli “per difendere una famiglia marocchina con sei figli, di cui quattro minori, vittima della morosità incolpevole e successivamente in viale Papa Giovanni dove vive una donna, sempre nordafricana, con tre bambine molto piccole nate in Italia”. Gli sfratti sono stati bloccati e rinviati rispettivamente al 7 ed al 16 maggio ottenendo anche la disponibilità del sindaco della cittadina a confrontarsi con l’Associazione per trovare soluzioni dignitose.
Sulla via del rientro a Brescia, è arrivata la chiamata di un operaio algerino “che, con i suoi, rischiava di essere gettato in strada dalla grande proprietà Gnutti-Di Mezza che, solo nel caseggiato di via degli Artigiani dove abita la famiglia in questione con due gemelle di tre anni, possiede circa 60 appartamenti vuoti; l’inquilino lavora in una fabbrica a tempo indeterminato quindi chiedeva semplicemente un rinvio per trovare un’altra sistemazione”. L’avvocato (e famigliare) dei proprietari aveva già chiamato la polizia: l’arrivo degli attivisti ha convinto l’ufficiale giudiziario a rimandare al mese prossimo lo sfratto.
Prossimo appuntamento con un’altra mobilitazione antisfratto a Brescia mercoledì 21 marzo alle ore 15 in via Milano 64.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.