Alzate le paratie dello scolmatore: le acque dell’Adige si riversano nel Garda

Al momento il fiume non è in piena, l'apertura della galleria serve per effettuare lavori di manutenzione non urgenti. La Provincia di Trento ha deciso di procedere nonostante le autorità del Benaco chiedessero un rinvio.

Lago di Garda. Alle 13 di martedì le paratie dello scolmatore dell’Adige sono state alzate, l’acqua del fiume ha iniziato a scorrere attraverso la lunga galleria e si è riversata nel lago di Garda. L’apertura voluta dal Servizio bacini montani della Provincia autonoma di Trento è stato dunque rispettata, nonostante le aspre polemiche.
L’imbocco dell’impianto è nel territorio del comune di Mori, lo sbocco a sud di Torbole: tutti i 10 km di tunnel si trovano insomma nel Trentino, le cui autorità hanno ignorato gli appelli per un rinvio dell’apertura.
Il fiume Adige infatti non è in piena e non c’è nessuna emergenza che giustifichi l’attivazione dello scolmatore, che ha un notevole impatto ambientale sull’ecosistema lacustre. Gli sportelli andavano spalancati per effettuare le attività annuali di manutenzione, che però non hanno carattere di urgenza. Le autorità del Benaco hanno pertanto chiesto di rimandare questi interventi, anche a causa dei livelli record toccati dal lago in questi giorni.
Gli appelli sono rimasti inascoltati e si è deciso di procedere. Inizialmente le quatto “luci” della galleria sono state aperte una alla volta, per un arco di tempo di circa 10-15 minuti. Dopodiché tutte e quattro le paratie sono state aperte contemporaneamente per altri 10 minuti. Si tratta di un volume di acqua considerevole, considerato che ogni “luce” fa transitare ben 25 metri cubi al secondo.

scolmatore Trento

Lo scolmatore è una galleria lunga 10 km e larga 7 metri, grazie al dislivello naturale di 100 metri tra il fiume e il lago permette un enorme deflusso d’acqua senza il bisogno di alcuna azione meccanica. La sua realizzazione fu proposta già nel ‘700 dalla Repubblica di Venezia, ma la costruzione iniziò solo nel 1939, a seguito delle grandi alluvioni dell”800. I lavori di scavo furono causa di un disastro naturale che portò al completo prosciugamento del Lago di Loppio, a causa dello sprofondamento delle sue falde freatiche e della scomparsa delle sorgenti naturali.
Ciononostante, a partire dal suo completamento nel 1959, il canale fu messo in funzione più volte. L’improvvisa immissione delle acque dell’Adige, più fredde e limacciose, provoca però uno shock termico e una alterazione degli equilibri ecosistemici del lago. Per questa ragione l’apertura del canale è disposta solo in circostanze del tutto eccezionali.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.