Da viale Bornata alla Maddalena

Più informazioni su


di Gian Paolo Guindani e Nicola Marcolungo

Dove. Brescia, da via Santelle (trav. di viale Bornata; metri 136 s.l.m.) al monte Maddalena (metri 844 s.l.m.).
Come arrivarci. Brescia: si parte da viale Bornata, di fronte al distributore Agip.
Quando. Tutto l'anno.
Dislivello. 708 metri circa.
Difficoltà.
Facile (E), ma l’accentuata pendenza del sentiero richiede in alcuni tratti un sufficiente allenamento.
Abbigliamento. Da bassa montagna conforme alla stagione.
Note. Portarsi acqua.
Tempo di percorrenza. 2,30 ore circa.
Segnavia. Prima il n.3, quindi il n.12 e infine n.2.
Link utili. http://www.provincia.brescia.it
Pubblicazioni utili. “Maddalena e dintorni” aa.vv. Ed. Brixia, 1995. "I Sentieri del Monte Maddalena", pubblicazione Comune di Brescia.


L'itinerario
Un itinerario sul monte bresciano della Maddalena. E' la volta del sentiero numero 3, che consente di raggiungere la sommità della Maddalena con un tragitto abbastanza diretto, passando inizialmente per la bellissima e soleggiata Valtavareda e in seguito – raggiunta la porzione di tragitto in comune con il sentiero n. 2 – per il Trinale (o Triinal).
Anche questo tragitto, per la sua esposizione a sud, è consigliato proprio nei mesi invernali: nelle belle giornate le rigide temperature vengono mitigate dal sole. Lo splendido panorama su Brescia, la pianura e Botticino completa il quadro di un percorso di sicuro interesse che, oltretutto, è sempre adeguatamente segnalato (è necessaria come vedremo una certa attenzione solo in corrispondenza di alcuni bivi) e abbastanza agevole, presentandosi piuttosto faticoso unicamente in alcuni tratti centrali.
Come detto, si parte da via Santelle, una laterale di viale Bornata sulla quale si affaccia proprio di fronte al distributore Agip e accanto all’edicola. E' quasi impossibile sbagliare per la presenza di un cartello con la chiara indicazione dei sentieri n. 2-3 posto sopra una piccola santella.
Risaliamo il primo tratto di via Santelle sino a incrociare la via Sanson, che va oltrepassata imboccando la scalinata che ci si trova di fronte, contrassegnata dal segnavia. Si continua per via Santelle, passando accanto ad alcune belle case e a quel che rimane della ex “Floricoltura Valtavareda”. A questo punto il fondo abbandona il cemento per divenire sterrato, ponendosi come una comoda mulattiera che, abbastanza dolcemente, tra orti e vigneti ci conduce accanto a un’ultima pregevole cascina. Si rimane sorpresi realizzando come, in pochi minuti, la città ceda il passo a spazi ampi e tutto sommato ameni, la presenza del mondo contemporaneo viene sottolineata solo da sottofondo del rumore del traffico.
Si riprende il cammino infilandosi nella mulattiera (segnavia) che si stacca sulla sinistra della cascina fino a raggiungere in pochi minuti una cancellata dipinta di bianco, subito dopo averla oltrepassata dovremo prestare attenzione prendendo subito a destra (segnavia ed evidente cartello di divieto d’accesso), ignorando pertanto la traccia principale che prosegue diritta dinnanzi a noi.
Poche centinaia di metri dopo il primo bivio, in corrispondenza di una cascina abbandonata e semi-diroccata, se ne presenta un secondo dove terremo questa volta, seguendo il segnavia, la sinistra per poi (150/200 metri circa) piegare a destra in corrispondenza di un terzo bivio: la serie di biforcazioni appena descritte risulta in verità più ardua da raccontare che non da percorrere grazie ai ben distribuiti e sempre numerosi segnavia.
Il sentiero, con fondo sterrato, ci conduce ora nel tratto boschivo dell’itinerario, passando accanto a un traliccio della vecchia funivia (dopo aver superato alcune caratteristiche vallette) sino a incontrare il segnavia n. 12 (metri 460 s.l.m.) della c.d. “Val del Pericol” (il nome non deve tuttavia trarre in inganno). Il sentiero n.12 ci porta in breve tempo al Trinale: qui, nei pressi di una “piramide” di piccoli massi, si incontra il sentiero n.2 che, tenendo la destra, va seguito fino alla vetta.
Quest’ ultima parte del percorso non pone particolari difficoltà, si presenta sostanzialmente pianeggiante fino alla pozza Zezia e quindi, riprendendo quota, fino alla sommità del dosso Dernei (meraviglioso panorama nelle giornata limpide sul basso lago di Garda) da dove, rimanendo sul n.2 (si tiene la sinistra ignorando pertanto il n.1) giungeremo alla strada sulla sommità del monte. Il ritorno potrà avvenire ripercorrendo i nostri passi: per il sentiero n. 1, scendendo lungo il dosso Dernei, Le Grappe e il monte Mascheda fino all’abitato di Sant'Eufemia e di seguito per Viale Bornata.

 

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.