Omicidio Bozzoli, Giacomo fa ricorso in Cassazione

I legali del nipote di Mario, condannato alla'ergastolo per la morte e l'occultamento di cadavere dell'imprenditore di Marcheno, hanno definito la sentenza «manifestamente illogica».

Brescia. Giacomo Bozzoli, condannato all’ergastolo per l’omicidio e l’occultamento di cadavere dello zio Mario, 50 anni, scomparso dalla fonderia di cui era contitolare l’8 ottobre del 2015, ha presentato ricorso in Cassazione contro le sentenze di primo e secondo grado.
Una mossa che era attesa e che, infatti, è arrivata con il deposito dell’istanza nella giornata di mercoledì 27 marzo.
Nel ricorso alla Suprema Corte, 145 pagine con 38 allegati, i difensori hanno evidenziato la nullità della sentenza in quanto la condanna, sarebbe, a loro avviso, emessa per un atto diverso dalla contestazione, ovvero «la mancanza totale di motivazione nella sentenza relativamente all’ipotetico accordo tra Giacomo e Oscar Maggi» evidenziando una presunta lacuna relativa a «dove e quando Giacomo avrebbe convinto Maggi».

mario bozzoli

Un altro elemento riguarda poi l’esperimento giudiziale avvenuto in un forno fusorio in cui venne bruciata la carcassa di un maialino per verificare se, dopo la cremazione, potessero rimanere resti. Il risultato, secondo i legali di Giacomo Bozzoli, è in contrasto con quanto asserito nella sentenza in cui si scrive che «non ci sono stati resti», diversamente dalla prova nelle fornace di Provaglio in cui vennero rilevate tracce dell’animale carbonizzato.
Un altro aspetto riguarda poi le deposizioni di Maggi e Abu «sentiti senza l’assistenza legale dovuta». Per i legali di Giacomo Bozzoli la sentenza è «manifestamente illogica».

 

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