Coronavirus in Lombardia, sindaco di Brescia: “Dividere in aree sub-regionali”

Emilio Del Bono si dice a favore del ricorso contro la zona rossa "ma se serve a fornire un quadro più realistico".

(red.) Da una parte il governatore lombardo Attilio Fontana che annuncia il deposito nella giornata di oggi, martedì 19 gennaio, del ricorso al Tar del Lazio contro la zona rossa. Dall’altra, sempre ieri, lunedì 18, una serie di proposte formulate dal sindaco di Brescia Emilio Del Bono sempre all’interno del contesto lombardo connesso al rischio della diffusione del contagio in questo periodo di pandemia. Una delle proposte che il primo cittadino ha lanciato è quella di dividere la regione in tre grandi aree e in base alle quali stabilire i parametri che siano i più omogenei possibili.

E su questo fronte Del Bono indica come esempi la zona nord, quella di Milano e Monza Brianza e la terza, in cui si troverebbe Brescia, della Lombardia orientale. In questo modo, secondo il primo cittadino, i dati che ogni giorno vengono diffusi sarebbero più coerenti anche tra province. Ma chiede anche che i numeri tengano conto dei tamponi effettuati ogni giorno, della percentuale dei positivi e la densità demografica. Infine, predisporre da subito l’organizzazione in vista della maxi campagna di vaccinazione che dalla primavera interesserà il resto della popolazione. E per questo motivo considera indispensabili gli altri Comuni per mettersi in campo in questa sfida.

Il sindaco di Brescia non ha mancato anche di parlare del ricorso che il governatore Fontana ha annunciato di depositare per oggi. E su questo fronte Del Bono si dice a favore se servirà a portare numeri più realistici del contagio in tutta la regione. Tuttavia, lo stesso sindaco sottolinea però come sia stato proprio il presidente regionale già il 9 gennaio, quindi prima dell’attivazione della zona rossa da parte del Governo, a disporre la chiusura delle scuole superiori a causa del trend di contagio in aumento. Dal Pirellone di fronte a queste proposte bresciane dicono che la questione delle aree sub-regionali deve essere valutata dal Governo centrale, mentre non mancano le perplessità su alcuni elementi forniti dalle idee del primo cittadino di Brescia.

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