Lombardia in zona rossa, oggi ricorso al Tar. Fontana: “Siamo da arancione”

"Rt prevale sugli altri parametri, ma non è aggiornato". Letizia Moratti: "Vaccini da distribuire in base al Pil".

(red.) Poteva essere depositato ieri, lunedì 18 gennaio, il ricorso della Regione Lombardia al Tar del Lazio contro la zona rossa in cui il territorio è stato posto da domenica 17 e, al momento, fino al 31 gennaio per il rischio della diffusione del contagio da Covid-19. Ma proprio ieri il governatore Attilio Fontana ha prima avuto un incontro in videoconferenza con il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia per cercare di arrivare a un chiarimento o a un’intesa. Ma questa non è arrivata e per questo motivo il presidente Fontana ieri in conferenza stampa ha annunciato che questa mattina, martedì 19 gennaio, lo staff legale presenterà il ricorso.

Ma non solo contro la zona rossa, bensì impugnando anche parte del nuovo decreto del presidente del Consiglio (dpcm) in vigore dal 16 gennaio. E per quanto riguarda proprio il nuovo dpcm, la parte che viene contestata è quella in cui vengono indicati i criteri per la classificazione in base agli scenari e ai livelli di rischio. E su questo fronte lo stesso governatore Fontana, che ha avuto un altro incontro in videoconferenza della Stato-Regioni, ha sottolineato come anche altri enti locali abbiano criticato alcuni di questi parametri. E per quanto riguarda la tanto criticata zona rossa in Lombardia, il governatore solleva il fatto che l’indice di contagio Rt venga preso in considerazione in modo maggiore rispetto agli altri parametri e in modo più particolare visto che proprio l’abbassamento della soglia ha portato a restrizioni maggiori.

Tuttavia, secondo Fontana, quel dato si riferisce alla settimana dal 23 al 30 dicembre e per questo motivo ha sottolineato come un dato reale e aggiornato sarebbe invece quello sull’incidenza dei nuovi casi. Nel momento in cui oggi sarà depositato il ricorso contro la zona rossa si attenderà l’esito del Tar del Lazio e la Lombardia spera di essere inserita almeno in zona arancione. Ma in caso di rigetto, le attuali restrizioni sarebbero confermate fino al 31 gennaio.

E nel frattempo sempre ieri è scoppiata una polemica dopo quanto ha dichiarato la vicepresidente della Regione Lombardia e neo assessore alla Sanità Letizia Moratti. In una lettera inviata al commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri ha chiesto che i vaccini anti-Covid vengano distribuiti anche in base al prodotto interno lordo che le varie regioni hanno. Un riferimento diretto, quindi, alla Lombardia che ha una maggiore ricchezza rispetto agli altri. Il testo sarà esaminato in conferenza Stato-Regioni, ma già il ministro della Salute Roberto Speranza ha bollato quella proposta sostenendo che “la salute è un diritto di tutti”.

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