Fulmini, come difendersi: ecco le regole per evitare pericoli

Le montagne e la zona dei laghi lombardi sono tra le più pericolose. Dopo i gravissimi incidenti delle ultime ore, meglio sapere come comportarsi quando ci si trova sotto un forte temporale. Per non incorrere in disavventure come quelle già capitate anche nel Bresciano.

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Brescia. Nella giornata di questo sabato un ragazzo di 24 anni è stato colpito da un fulmine in provincia di L’Aquila, durante un’escursione con due amici nella zona di Campo Imperatore, sul Gran Sasso: è gravissimo.
Venerdì invece l’imprenditore dolciario 53enne Alberto Balocco ha perso la vita con il compagno di escursione Davide Vigo, 55 anni, durante una gita in bicicletta sui monti dell’alta Val Chisone, nel Torinese, sempre a causa di una saetta.
Nel Bresciano si ricorda il caso gravissimo di un escursionista 51enne di Pian Camuno, Giuseppe Pe, colpito a morte da un fulmine nel maggio 2011 durante una gita sul monte Zulino, vicino ad Ardesio, nella Bergamasca.
Meno grave la disavventura capitata a due 16enni di Castegnato che nel settembre del 2018 hanno rischiato la vita per una folgore che s’è abbattuta sulla tettoia del punto acqua del parco di via Lazzaretto, sotto la quale si erano riparati dal temporale. Per loro solo qualche leggera ustione e un grande spavento.
Mentre la saetta che durante il violento temporale del 20 luglio 2013 è caduta non lontano da una coppia con un bambino che si trovava in un campeggio di Marone, ha provocato ustioni a una spalla e a un piede per uno dei due genitori.
Non si contano naturalmente i danni prodotti, anche nella nostra provincia, agli edifici, lesionati o incendiati dai fulmini.
Pensate che ogni secondo cadono sulla terra tra i 50 e i 100 fulmini e ogni saetta può riscaldare l’aria fino a 27.000 gradi, una temperatura cinque volte più calda della superficie solare. In Italia cadono in media circa 1.600.000 fulmini all’anno, soprattutto nei mesi di luglio e agosto e le zone più colpite sono il Friuli, i laghi della Lombardia (come Iseo, Idro e Garda) e le montagne. Non esistono al momenti dati precisi sul numero delle vittime, anche se pare certo che nel mondo se ne contino oltre un centinaio all’anno.
Ma cosa fare in caso di fulmini? La prima cosa è scontata, cercare un riparo.
Secondo il Sirf, Sistema del rilevamento italiano dei fulmini, Ogni oggetto più alto degli altri presenti nella sua zona – come un albero, un palo, una torre o un traliccio – ha maggiori probabilità di essere colpito dal fulmine. La corrente, dopo aver colpito il bersaglio, si disperde nel terreno, quindi se si è vicini a una struttura colpita e si è a contatto col suolo si possono subire danni dalla corrente di dispersione.
La montagna è un luogo molto esposto ai fulmini e alcuni percorsi sono attrezzati con funi o scale metalliche che possono attirare il lampo. Se si è in montagna o in un parco, quando si viene sorpresi da un temporale mai ripararsi sotto alberi o elementi appuntiti (torri, campanili) e restare a distanza delle parti “ferrate” del percorso. Meglio cercare di scendere di quota e trovare un rifugio al chiuso, camminando a una distanza di almeno 10 metri gli uni dagli altri.
Di solito un luogo chiuso, soprattutto se metallico come le automobili, le roulotte, oppure in cemento armato come le case, forma una “gabbia di Faraday” sicura perché l’elettricità rimane sulla superficie esterna, a meno che non ci siano collegamenti con strutture come l’antenna televisiva, o i cavi elettrici o qualche altro tipo di condotta metallica che possa condurre il fulmine dall’esterno all’interno.
Quindi anche in casa bisogna seguire alcune semplici regole.
Evitare di utilizzare tutte le apparecchiature connesse alla rete elettrica e il telefono fisso, lasciando spenti (meglio ancora staccando la spina), in particolare, televisore, computer ed elettrodomestici. Non toccare gli elementi metallici collegati all’esterno, come condutture, tubature, caloriferi ed impianto elettrico.
Conviene anche evitare il contatto con l’acqua, rimandando al termine del temporale operazioni come lavare i piatti o farsi la doccia.
Infine non sostare sotto tettoie e balconi, ripararsi invece all’interno dell’edificio mantenendosi a distanza da pareti, porte e finestre, assicurandosi che queste ultime siano chiuse.

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