Brione e Vobarno, tre cacciatori finiscono nei guai

(red.) Nella giornata di lunedì 26 agosto i carabinieri forestali bresciani della stazione di Marcheno sono stati impegnati in due operazioni antibracconaggio tra la Valtrompia e la Valsabbia, in provincia. Il primo caso, di mattina, è legato ai dintorni del palazzo Bailo a Vesalla di Brione dove due cacciatori vagantisti del paese sono stati denunciati per aver cacciato diverse balie nere. Per farlo avevano piazzato una serie di piccole tagliole insieme a un’esca per attirare gli uccelli. E in effetti intorno all’alba erano riusciti a prendere 102 esemplari dei volatili protetti. Tra l’altro, i due cacciatori erano già stati denunciati nell’estate del 2018 dagli stessi militari e per lo stesso motivo. Tuttavia, il deferimento non aveva portato ad altre conseguenze.

Lunedì mattina nella loro operazione hanno però dovuto fare i conti con il fatto che i carabinieri si erano appostati prima dell’alba. Ed è stato inutile il contatto tramite una radio trasmittente con una terza persona presente in Vesalla che li avvisava di movimenti sospetti. Per i cacciatori è scattata l’ennesima denuncia per caccia con mezzi non consentiti e abbattimento di fauna protetta. Nella seconda operazione, di pomeriggio in Valsabbia, è finito nei guai un ex capannista di Lumezzane che si era visto revocare la licenza di caccia.

A Pozze di Vobarno aveva piazzato reti e trappole lungo una strada stretta e difficile percorrenza a due passi dal suo capanno che ovviamente non poteva più utilizzare. Aveva installato una rete da uccellagione e sei mini tagliole catturando, con l’aiuto di un richiamo acustico, diverse balie. Scoperto, ha incassato una nuova denuncia, stavolta per furto aggravato ai danni del patrimonio indisponibile dello Stato e rischia fino a due anni di reclusione. Nel freezer della sua abitazione aveva nascosto quattordici esemplari protetti che aveva appena cacciato.