Mala del Brenta: sopralluoghi a Brescia per uccidere Maniero

Dopo i 39 arresti degli appartenenti alla nuova organizzazione criminale veneta è emerso che il gruppo voleva eliminare "faccia d'angelo" nel periodo in cui si trovava a Brescia.

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(red.) Tentavano di ricostituire l’organizzazione capeggiata da Felice Maniero che dagli anni Settanta agli anni Novanta ha terrorizzato il Nord Est, ma i nuovi esponenti della ‘Mala del Brenta 2.0’ sono stati arrestati dai carabinieri del Ros e dei comandi provinciali di Venezia, Padova, Treviso e Rovigo. Trentanove le misure cautelari emesse dal tribunale di Venezia, su richiesta della Procura per associazione per delinquere, concorso esterno in associazione per delinquere, detenzione e porto di armi da fuoco, spaccio di stupefacenti, estorsione, rapina, usura e altri delitti.
Secondo quanto emerso, nel 2018 e nel 2019 nei confronti di Felice Maniero, all’epoca a Brescia, sarebbero stati organizzati due sopralluoghi finalizzati a compiere un attentato nei suoi confronti. Operazioni che andarono a monte perchè l’abitazione di “Faccia d’angelo” non sarebbe stata individuata e , nell’ultimo caso, perchè Maniero venne arrestato per per maltrattamenti alla (ex) compagna ( e successivamente condannato a 4 anni)

L’operazione ‘Papillon’ della direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Venezia e scattata al culmine di un’indagine durata 5 anni, ha documentato “l’esistenza di gravi e concordanti elementi relativi alla ricostituzione della disgregata organizzazione mafiosa nota come Mala del Brenta” soprattutto dopo la scarcerazione – dopo lunghe detenzioni – di esponenti della frangia dei mestrini.
L’obiettivo principale del clan era quello di controllare e gestire le grandi rotte del flusso turistico della laguna.
Nel corso delle indagini sono stati effettuati anche 6 arresti in flagranza, 3 denunce a piede libero nonché il sequestro di due pistole semiautomatiche complete di munizioni, 3 ordigni esplosivi radiocomandati ad alto potenziale e stupefacente del tipo cocaina. È stato eseguito anche un provvedimento di sequestro di beni mobili ed immobili per un valore complessivo superiore ad 1 milione euro.

 

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