Omicidio Gobbi, tre a processo
Il cognato Luciano Bonazzoli aveva confessato il delitto per motivi di gioco. Aveva caricato il corpo dell'uomo in auto e portato a Parma.
(red.) Tre persone andranno a processo per il delitto di Giorgio Gobbi, il 43enne di Cicognolo, nel cremonese, trovato morto il 5 dicembre del 2014 nel bagagliaio della sua Range Rover nel parcheggio di un centro commerciale a Parma. Così ha deciso il giudice di Mantova su richiesta della procura locale che accusa i presunti responsabili di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Nella vicenda e a giudizio saranno chiamati Luciano Bonazzoli, 48 anni, imprenditore di Gottolengo, nel bresciano e reo confesso dell’omicidio del cognato. Poi Roberto Infante di 50 anni di Viadana che lo avrebbe aiutato e un imprenditore mantovano di 47 anni, inizialmente denunciato a piede libero per aver fatto sparire un fucile usato come arma del delitto.
Il delitto, secondo l’accusa e la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe legato ai problemi economici che Bonazzoli. Con la passione per il gioco d’azzardo, avrebbe speso migliaia di euro, poi compensati con la vendita di gioielli e orologi che Gobbi gli aveva affidato. L’imprenditore avrebbe poi attirato il cognato nella sua azienda, la Luma Srl, spegnendo le telecamere di sorveglianza e allontanando i dipendenti con un escamotage. Qui si sarebbe consumato l’omicidio con tre colpi, mentre Bonazzoli e Infante avrebbero poi caricato il cadavere in macchina e portato fino a Parma. Dopo meno di una settimana, l’11 dicembre, il cognato venne arrestato e poi toccò al presunto complice raggiungerlo in carcere. Sul caso la Direzione distrettuale antimafia di Brescia ha aperto un fascicolo per verificare eventuali legami con la ‘ndrangheta.
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