Shalom, gli indagati annunciano querele

La comunità di Palazzolo, finita sotto la lente della procura di Brescia per presunti maltrattamenti agli ospiti, va al contrattacco.

(red.) Gli iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Brescia sono 43: le denunce, partite anni fa, sono poi confluite solo ora in un fascicolo aperto per concorso in maltrattamenti e sequestro di persona.
Si tratta di suor Rosalina Ravasio, che gestisce la comunità di recupero Shalom di Palazzolo, nel bresciano, dei suoi collaboratori e di alcuni ospiti anziani della struttura, cui venivano affidati i pazienti giovani.
Per gli inquirenti gli indagati avrebbero impedito di lasciare la comunità ad almeno 36 persone che, in tempi diversi, avevano manifestato l’intenzione di andarsene.
Punizioni, come camminare per due chilometri spingendo una carriola piena di sassi o tagliare la legna per intere giornate e notti, impedire contatti con familiari e amicie , anche, costringere gli ospiti a non fare la doccia per settimane o rimanere in piedi per tutta la notte in una stanza al buio chiusa a chiave. ma ci sarebbero stati anche opsiti presi a schiaffi e bastonate.
Accuse respinte dagli indagati che, come riporta Il Giornale di Brescia, vanno al contrattacco annunciando querele per calunnia nei confronti di chi li ha denunciati.
Tra questi ultimi anche Gianmarco Buonanno, figlio dell’attuale capo della Procura di Brescia Tommaso Buonanno. Il ragazzo, con problemi di dipendenza, ospite della comunità, aveva denunciato lo stesso padre, facente parte del comitato etico di Shalom.
Il giovane ha querelato il genitore per sequestro di persona, sostenendo di essere stato portato in comunità e trattenuto senza il suo consenso. Tra le accuse rivolte ai responsabili della struttura di Palazzolo quella di essere stato costretto per mesi a tagliare legna all’aperto, dopo un tentativo di fuga e di essere stato preso a schiaffi e spintoni, rinchiuso in una stanza, tenuto sveglio per giorni e costretto a prendere ansiolitici. Il 26 luglio 2012 il ragazzo riuscì poi a fuggire, rivolgendosi quindi ai carabinieri e denunciando le presunte violenze subite.
Accuse rigettate in toto da suor Rosalina Ravasio (che però non appartiene a nessu ordine religioso) la quale la prossima settimana sarà ascoltata dai magistrati. La responsabile della struttura palazzolese ha dichiarato che in tre mesi di filmati girati di nascosto nella comunità, gli inquirenti non hanno mai registrato scene di violenze od abusi.
A difendere gli indagati l’avvocato Giovanni Migliorati, da anni legale di Shalom. Trecento gli ospiti della struttura di accoglienza, tutte persone con un passato difficile alle spalle, segnate da abusi o dipendenze. Molti anche i minorenni affidati alle cure di suor Rosalina e dei suoi collaboratori.
Il 26 dicembre prossimo il vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari celebrerà la santa messa per la ricorrenza di Santo Stefano proprio all’interno della comunità Shalom.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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