Passirano, disposte nuove indagini Arpa sulla discarica Vallosa

Regione Lombardia ha disposto nuovi rilievi dopo il capping effettuato sull'ex cava inserita nel Sin Brescia Caffaro. Se la copertura risultasse insufficiente si valuteranno altre soluzioni.

Passirano.  E’ in stand by da anni, nonostante le promesse di una bonifica (finora mai arrivata) la discarica Vallosa di Passirano, ex cava sfruttata per molti anni dall’industria chimica Caffaro e ora tra i siti più inquinati della provincia di Brescia con alti livelli di Pcb, metano e contaminanti di diversa natura generati da  fanghi, peci ed altri materiali di scarto delle lavorazioni, situata in territorio a ridosso del casello autostradale di Ospitaletto e facente parte del Sin Brescia Caffaro.
L’intervento di capping effettuato sui rifiuti pericolosi è da sempre sotto la lente di Legambiente Franciacorta che lo ritiene sufficiente per “disattivare” il potenziale inquinante del sito che ha contaminato la falda acquifera. I valori di metalli pesanti e Pcb, registrati nel 2022, sono ben oltre i limiti di legge, arrivando a toccare il doppio dei valori ammessi.

Passirano Vallosa

Sulla situazione della discarica franciacortina, come riferisce Il Giornale di Brescia,  si è acceso il faro di Regione Lombardia che, con l’assessore (bresciano) Giorgio Maione ha disposto nuovi rilievi ad opera di Arpa, a partire dal prossimo novembre. Obiettivo: capire se la “copertura” apposta, i cui lavori sono iniziati ad ottobre 2021 e conclusi a dicembre 2022 stia funzionando.
Le associazioni ambientaliste, da sempre, sostengono che il capping non sia efficace, ma che sia necessario un intervento decisivo di bonifica. Il nodo, tuttavia, è l’eventuale movimentazione e conferimento del terreno contaminato.

passirano vallosa

Nel caso in cui dai rilievi dell’ Agenzia regionale per la protezione ambientale emergesse una situazione per cui il capping risulti una misura inefficace, sul tavolo ci sarebbe la soluzione del “sarcofago” entro cui “intrappolare” il sito contaminato, sulla scorta di quello pensato per Capriano del Colle, per “sigillare” le score radioattive della ex Metalli Capra.
L’intervento di Passirano costerebbe dai 14 ai 19 milioni di euro, cui si aggiungerebbero 57 milioni per l’impermeabilizzazione.
Una seconda opzione potrebbe essere, ed è quella auspicata da Legambiente, la bonifica definitiva.
Sul tavolo c’è anche la questione dei terreni provati contaminati e per i quali l’attuale legislazione non consente a regione e Comuni di intervenire per risarcire i danni. Serve un intervento ad hoc del ministero dell’Ambiente.

 

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