Iseo, il coregone torna a ripopolare il Sebino; permane il “no” nel Garda

Le produzioni di larve dall'incubatoio di Clusane autorizzate per un massimo annuo di 5 milioni di larve di circa 12 millimetri. Sul Benaco, invece, permane il divieto di immissione.

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Iseo. Torna l’immissione di coregoni nel lago d’Iseo (e e di Como), ma non nel Garda.La notizia è stata diffusa nelle ultime ore e confermata dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Diego Invernici:
Il Benaco è stato escluso (il ripopolamento è stato bloccato due anni fa) perchè mancano studi specifici sulla biomassa e sulle specie, ritenuta “alloctona” ed anche il fatto che, al Garda, afferiscano tre diverse province.
Una brutta notizia, quindi per i pescatori ed i ristoratori gardesani: la pesca del coregone, sul Benaco costituisce l’80% del pescato.

«Il coregone torna nel Lago d’Iseo e in quello di Como – si legge nella nota diffusa dal consigliere Invernici – Una notizia attesa da tempo, che finalmente possiamo dare dopo che il ministero dell’Ambiente ha confermato all’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi l’autorizzazione per l’immissione del coregone per il triennio 2024/2026»” nelle acque dei due bacini lombardi.

Sul Sebino le produzioni potranno essere realizzate dall’incubatoio di Clusane per un massimo annuo di 5 milioni di larve di circa 12 millimetri. Sul Lario le produzioni verranno dall’incubatoio Fiumelatte, per un massimo annuo di un milione e 600mila soggetti di taglia fino a 60 millimetri.
«Non esito a definirlo un risultato storico – ha aggiunto Invernici – ottenuto grazie alle battaglie del territorio e al lavoro degli uffici regionali, che dopo aver inviato uno studio di valutazione del rischio nel 2021, a cui è seguita la richiesta di deroga, hanno avuto vinto sulla burocrazia e l’estremismo ambientalista, dimostrando che il coregone è a tutti gli effetti una specie autoctona. Ringrazio l’assessore Beduschi per l’impegno in questo campo e tutti coloro che hanno lavorato e ci hanno creduto con noi».

 

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