Emergenza climatica, Garbelli: «A Brescia dobbiamo investire nella gestione dei laghi»

Secondo il leader di Confagricoltura Brescia sarebbe utile investire «nella gestione dei tre laghi bresciani, nelle nuove tecnologie e tornare a finanziare le marcite nella nostra pianura, per immagazzinare acqua in inverno e rimpinguare acqua nei terreni e nelle falde».

Brescia. Quanto accaduto nei giorni scorsi nel Ravennate e a Faenza mostra l’altro lato della medaglia dei cambiamenti climatici che stiamo vivendo e rende ancora più evidente l’esigenza di accelerare sull’avvio della macchina dell’emergenza, prevista dal decreto legge sulla crisi idrica. Ovvero sulla necessità di mettere a terra, al più presto, i provvedimenti previsti dal Governo: se n’è parlato in un incontro organizzato da Confagricoltura con i rappresentanti territoriali delle province di Brescia, presente il presidente Giovanni Garbelli, di Alessandria, Piacenza, Piemonte, Vercelli e Biella, Lombardia, Rovigo, Veneto.
«La prima richiesta che facciamo ai rappresentanti del Governo – afferma Garbelli – è proprio passare alla fase operativa prevista dal decreto. L’Italia ha bisogno di un Piano delle acque irrigue che delinei una gestione integrata di laghi e fiumi. Un piano in cui sono chiamati a fare la loro parte anche i consorzi di bonifica». Per una gestione moderna e sostenibile, Confagricoltura ha chiesto l’istituzione di un Fondo da 500 milioni di euro per sostenere gli investimenti delle imprese agricole in tecnologie che permettano di ottimizzare l’impiego di risorse irrigue.

siccità emergenza acqua

Il presidente Garbelli è intervenuto in particolare parlando della proposta del cosiddetto “piano laghetti” per le cave, ribadendo come «si tratta di piccoli bacini, che darebbero solo scarsi risultati e a distanza di decenni per l’agricoltura bresciana e lombarda. Il piano laghetti va bene per le cave già in essere, ma non per operazioni da zero, perché si tratterebbe di investimento troppo onerosi che porterebbero solo poche decine di migliaia di metri cubi, mentre noi in realtà abbiamo bisogno di miliardi di metri cubi di invaso, non di qualche migliaio».
Secondo il leader di Confagricoltura Brescia sarebbe piuttosto utile investire «nella gestione dei nostri grandi bacini, ossia i tre laghi bresciani, e nelle nuove tecnologie, utilizzando al meglio le risorse del Pnrr. Dobbiamo puntare su una gestione lungimirante dei laghi, utilizzando al meglio la risorsa idrica, rivedere il deflusso minimo vitale e pensare ad attuare l’alimentazione delle falde. Potrebbe essere utile, a questo fine, tornare a finanziare le marcite nella nostra pianura, per immagazzinare acqua in inverno e rimpinguare acqua nei terreni e nelle falde».

Durante l’incontro, al quale ha partecipato anche Fausto Nodari, presidente della sezione cerealicola di Confagricoltura Brescia, è stata auspicata le necessità che il commissario per l’emergenza idrica e la cabina di regia siano messi nelle condizioni di operare a stretto contatto con i territori, per poter indirizzare la governance verso le reali e diversificate esigenze locali. Infine, in attesa della realizzazione delle infrastrutture di cui la rete idrica nazionale ha bisogno, Confagricoltura auspica l’inizio, nel brevissimo tempo, delle opere di manutenzione di quelle esistenti. «In una fase così complicata – ha concluso Garbelli – è necessario cambiare i paradigmi degli ultimi anni e tornare a dare priorità all’agricoltura, che deve essere seconda solo agli usi civili dell’acqua».

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