Coronavirus, nel nuovo dpcm verso l’obbligo di mascherina all’aperto

I nuovi casi a livello nazionale e il maggiore carico sugli ospedali stanno spingendo su misure più stringenti.

(red.) Dopo l’annuncio da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di voler discutere in Parlamento la richiesta dello stato di emergenza sul fronte della pandemia da coronavirus dal 15 ottobre – quando scadrà quella attuale – fino al 31 gennaio 2021, si prevedono altre misure più serrate per evitare la diffusione del contagio dopo i numeri in deciso aumento emersi tra giovedì 1 e ieri, venerdì 2 ottobre. Per questo motivo la prossima settimana, mercoledì 7 ottobre, il premier dovrebbe firmare un nuovo Dpcm (decreto del presidente del Consiglio) per confermare una serie di misure e renderne altre più stringenti.

In particolare, dopo che alcune regioni dove sono emersi più casi positivi hanno deciso di rendere obbligatorio l’uso della mascherina anche all’aperto, si profila l’ipotesi nel nuovo dpcm che la misura possa essere allargata a tutta Italia. Per il resto, resteranno confermate tutte le disposizioni sanitarie che già da tempo sono note, mentre per assistere agli eventi sportivi si resterà in un massimo di 1.000 spettatori all’aperto, comprese le partite di serie A di calcio e 200 spettatori al massimo per gli eventi al chiuso. Su un altro fronte, come ha ipotizzato il vice ministro alla Salute Pierpaolo Sileri, il periodo della quarantena di 14 giorni potrebbe essere dimezzato a una sola settimana.

Tutte queste misure che si prevedono potranno essere più stringenti partono anche dal nuovo report settimanale del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità (qui il documento) relativo fino allo scorso 27 settembre. Infatti, dal monitoraggio si parla di un progressivo peggioramento dell’epidemia di virus da nove settimane e che si riflette in un maggiore carico sui servizi sanitari. E sempre nell’orbita delle misure da adottare, il premier Conte è tornato ad invitare a scaricare e usare l’applicazione Immuni.

Al momento l’hanno scaricata solo 6,7 milioni di persone e viene usata da meno di un quinto rispetto al 60% che servirebbe per essere efficace. Per questo motivo anche la Federazione italiana degli editori ha deciso di aderire a una campagna che vedrà nel fine settimana diverse testate lanciare appelli per avere sul proprio cellulare l’applicazione utile per il tracciamento dei contatti.

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