200 stranieri sfruttati nei campi, la base a Brescia

Tre denunciati dalla Finanza di Riva del Garda e Inps di Brescia. Reclutavano manodopera dai centri di accoglienza dando stipendi fino a 20 euro al giorno.

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(red.) Nella giornata di ieri, martedì 28 maggio, la Guardia di Finanza di Riva del Garda con gli ispettori dell’Inps di Brescia hanno messo a segno tre denunce alla procura di Trento per sfruttamento aggravato della manodopera nell’ambito dell’operazione “Oro verde” per centinaia di stranieri che venivano sfruttati nei campi agricoli delle province di Brescia e Trento. In cambio del lavoro, infatti, ricevevano uno stipendio fino a soli 20 euro al giorno. A questi risultati le Fiamme Gialle sono arrivate dopo due anni di indagini e portando a scoprire 200 addetti clandestini, di cui 60 impiegati nel nostro territorio. Si tratta di stranieri che venivano reclutati da sfruttatori della manodopera ai centri di accoglienza e contando sul fatto che le persone avessero bisogno di denaro.

Quindi, loro malgrado entravano a far parte come vittime dell’organizzazione per lavorare anche nelle vicine province nel caso fosse stato necessario. Infatti, si parla anche del Piemonte e dell’Emilia Romagna come destinazioni. Tutto era partito nel settembre del 2017 quando la Polizia comunale dell’Alto Garda e di Ledro aveva scoperto 25 tra indiani e africani in pessime condizioni di salute e igiene a bordo di due furgoni che arrivavano dalle campagne vicine di Tenno e diretti nella nostra provincia. E si era verificato che solo sei di loro risultavano effettivamente dipendenti dell’indiano. Tra l’altro sullo stesso giovane stava indagando anche l’Ispettorato del Lavoro dell’Inps per una serie di pendenze nei contributi. A quel punto sono finiti nei guai proprio indiano 26enne residente in città a capo di una società che svolge volantinaggio e aiuto alle imprese, il proprio consulente del lavoro 67enne di Brescia con studio sempre in città e un 36enne proprietario dei terreni agricoli nella zona di Riva del Garda usati per sfruttare i lavoratori.

Lo stipendio, come detto, era di molto inferiore rispetto alle condizioni del contratto di lavoro per queste categorie e si sono anche scoperti 600 mila euro di contributi fiscali evasi. A livello di indagini, oltre a identificare i tre denunciati, sono giunte multe per 200 mila euro. Ricostruendo la trafila, le Fiamme Gialle hanno verificato che grazie alla sua provenienza, era il 26enne a raccogliere la manodopera tra i richiedenti asili nei centri di accoglienza bresciani per poi farli impiegare in condizioni estreme nei campi.

“Il quadro investigativo si è aggravato a seguito di alcune perquisizioni locali e domiciliari eseguite dai finanzieri anche presso il consulente dell’indiano e in cui è stata acquisita numerosissima documentazione contabile ed extracontabile – si legge in una nota – come le agende dove venivano annotate le retribuzioni e le ore effettivamente prestate dai lavoratori”. Si parla anche di ventitré aziende interessate e con sedi a Brescia, Mantova, Cremona, Piacenza, Torino, Alessandria e Cuneo. I contratti di appalto venivano predisposti da un professionista del settore, poi retribuito come un collaboratore, da quanto emerso dalle indagini.

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