Girelli, “Ora i bresciani pagano ticket più alti”

Il consigliere regionale del Pd denuncia un aumento della spesa sanitaria a carico dei contribuenti negli ultimi mesi, e la Regione ci guadagna.

(red.) Il presidente della Regione Lombardia è tornato lunedì ad annunciare l’intenzione di cancellare i ticket sanitari regionali, con un primo intervento nel 2015. Intanto, però, la prima manovra fatta dall’amministrazione Maroni sui ticket farmaceutici, in vigore da aprile 2014, si sta dimostrando un flop. E’ l’opinione di Gianantonio Girelli, consigliere bresciano del Pd.
Al momento della presentazione dell’intervento Maroni spiegò che la Regione avrebbe investito 40 milioni di euro per cancellare i ticket farmaceutici a 800mila lombardi (su 10 milioni). Fu anche lanciata la campagna di comunicazione “zero ticket”, con affissioni di manifesti in tutte le città lombarde, per il costo dichiarato di 200mila euro a carico dei contribuenti. “Nei fatti, la Regione estendeva l’esenzione del ticket farmaceutico per gli anziani over65 poco abbienti, spostando il limite di reddito massimo da 11 a 18mila euro. Alla luce dei dati ufficiali – prosegue Girelli -, su ormai cinque mesi di applicazione, per la Regione si è trattato di un’operazione a costo zero, anzi, con un relativo guadagno economico”.
Da aprile ad agosto l’ammontare dei ticket pagati dai lombardi non solo non sarebbe diminuito, ma sarebbe addirittura cresciuto. Nei cinque mesi i lombardi hanno pagato circa due milioni di euro in più rispetto agli stessi mesi dello scorso anno (+1,87%), quando la misura non era in atto. Sempre nello stesso periodo, rispetto allo scorso anno, i cittadini di Brescia e provincia hanno pagato in ticket sui farmaci 122mila euro in più rispetto al 2013. E se i cittadini hanno pagato di più, la Regione ha invece risparmiato, perché la spesa farmaceutica complessiva (quanto Palazzo Pirelli deve alle farmacie per i farmaci acquistati dai lombardi) è sostanzialmente diminuita per oltre 25 milioni di euro, grazie soprattutto alla maggior diffusione dei farmaci generici. Per la regione c’è dunque un guadagno netto, l’esatto contrario di quanto prospettato. “Maroni continua a parlare di abolizione dei ticket ma qui i conti non tornano – dichiara Girelli -. Un taglio è necessario e noi lo diciamo da anni. Chi ha redditi fino a 30mila euro non deve più pagare né i ticket sui farmaci né, soprattutto, il superticket su visite ed esami, e le risorse già ci sono. La giunta ha preferito fare questo intervento spot ma alla luce dei dati è evidente che poteva e doveva fare molto di più. Aveva promesso un taglio per 40 milioni ma ha sbagliato i conti e quei soldi sono ancora in cassa, anzi, ce n’è anche di più. Quindi è ora di tagliare veramente, tutti i ticket, per tutte le fasce d’età, nel segno dell’equità”.
Il flop del taglio dei ticket sui farmaci potrebbe avere diverse motivazioni, ma la più significativa probabilmente concerne i numeri dei beneficiari: “gli ultrasessantacinquenni in Lombardia sono circa due milioni, è possibile che quasi la metà abbia un reddito compreso tra 11 e 18mila euro? Anche qui, forse occorre rifare i conti”, conclude Girelli.

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