Coronavirus, report Istat-Iss: morti quadruplicati nel bresciano

E' drammatica l'analisi pubblicata ieri. Non tutti i deceduti sono da Covid, ma altri potrebbero essere collegati.

(red.) L’ennesima conferma del fatto che il Covid-19 ha provocato una strage dai numeri apocalittici anche in provincia di Brescia è arrivata ieri, lunedì 4 maggio, con la pubblicazione del report dell’Istat e dell’Istituto Superiore di Sanità (qui il testo). Infatti, solo nel mese di marzo sono stati più di 4 mila i deceduti, cioé quattro volte tanto rispetto alla media del periodo dal 2015 al 2019. Tuttavia, i due istituti precisano anche che non si trattano tutte di vittime da coronavirus e non a casa nel bresciano il dato accertato è di 1.574 in quel periodo.

Ma il fatto che altri possano essere morti per il virus e senza mai essere stati sottoposti al tampone, oppure per disfunzioni agli organi provocati dalla malattia o ancora il non presentarsi in ospedale per la paura del contagio collega tutti questi episodi alla pandemia. Il report pubblicato ieri analizza l’andamento dell’87% dei Comuni italiani e di cui 201 bresciani mostrando come al primo posto per la mortalità a marzo ci sia Bergamo con +568% rispetto alla media degli scorsi anni, seguita da Cremona con +391%, Lodi +371%, Brescia con +291% e Piacenza con 264%.

A livello temporale, dal 20 febbraio al 31 marzo in provincia di Brescia ci sono stati 4.450 morti rispetto a una media di 1.385 nel periodo dal 2015 al 2019. E ancora più drammatici sono i numeri analizzati a livello comunale, con Brescia che ha visto morire 595 persone rispetto alle 191 di media, Orzinuovi da 11 a 98, Manerbio da 12 a 75 e Palazzolo da 14 a 99. Su un altro fronte, invece, quello delle denunce all’Inail e considerato che le malattie da Covid-19 possono essere ritenute professionali, dalla fine di febbraio fino allo scorso 21 aprile nel bresciano sono arrivate 1.400 richieste rispetto alle oltre 28 mila nazionali. E quasi la metà riguardano medici, infermieri e operatori sanitari.

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