Bollette e teleriscaldamento, “perché chiediamo chiarezza e trasparenza ad A2A”

(red.) Un documento condiviso da Legambiente Brescia e Federazione Utenti casa (Sunia e Associazione proprietari utenti) in cui si chiede ad A2A la massima trasparenza sul servizio di teleriscaldamento.  “Secondo le regole fissate da Arera e dal recente d.lgs. 199/21 per i gestori delle reti di teleriscaldamento, le Aziende fornitrici dei servizi devono fornire la massima trasparenza sui dati e sui costi agli utenti della rete.
Dobbiamo constatare come gli interventi a mezzo stampa da parte dei rappresentanti di A2A e i dati forniti dalla Società sul proprio sito non risultino privi di incongruenze. Nulla di grave se queste “imprecisioni” non si traducessero in aumenti dei costi per gli utenti e nella produzione di attestati di prestazione energetica dei fabbricati poco credibili o quantomeno “fuorvianti” come abbiamo avuto modo di ripetere negli ultimi mesi”.

Quanta è l’incidenza del gas nella produzione di calore per il teleriscaldamento e quanto è “rinnovabile” la quota di calore prodotto?
“Nel giugno del 2021 a2a ha pubblicato i nuovi fattori di conversione per il teleriscaldamento di Brescia dimezzando fino al valore di 0,12 il fattore di conversione per la quota non rinnovabile che era già il più basso in Italia.
Un fattore di conversione così basso, rispetto al valore previsto dalla legge nazionale (1,5), sta ad indicare un bassissimo utilizzo di gas e in generale di combustibile non rinnovabile.
Rammentiamo che per il d.lgs. 199/21 si intende per “energia rinnovabile “ quella prodotta con biomasse e sempre per lo stesso d.lgs i gestori delle reti devono indicare sui propri documenti di fatturazione la quota di energia rinnovabile certificata tramite “garanzie d’origine”.
A seguito di queste premesse possiamo affermare che i conti non ci tornano. Sappiamo, per stessa ammissione di a2a da documenti ufficiali, che il 30% del calore viene prodotto annualmente con l’utilizzo del gas e che l’AD di A2A l’ing. Mazzoncini ha dichiarato alla stampa (intervista del 24 marzo 2022 su produzione di idrogeno) che la quota di energia rinnovabile certificata del TU è il 45% , com’è possibile che la quota non rinnovabile sia trascurabile se equivale a circa il 68% 1dell’energia prodotta ?
Ribadiamo che a2a DEVE giustificarsi con la città rendendo pubblici e dati di input che portano a dichiarare un fattore di conversione così basso”.

Le motivazioni portate da a2a per l’aumento delle tariffe del teleriscaldamento sono plausibili? “In prima battuta l’ing. Mazzoncini aveva dichiarato a gennaio che l’incremento delle tariffe non dipendevano da a2a ma da Arera salvo poi smentire.
In seguito l’AD di A2A Calore e Servizi, Luca Rigoni, ha giustificato (intervista del 24/03/22) il rialzo con il fatto che nei mesi invernali il gas copre il 50% della produzione di energia. È sicuramente vero che nella stagione più fredda venga utilizzato più gas (accensione della policombustibile, delle caldaie di soccorso e della centrale nord), ma è pur vero che la media annuale è del 30% e le tariffe non possono essere calcolate sulla punta invernale, ma sulla media annuale!

Sempre Rigoni ci spiega che il TU potrebbe produrre solo elettricità ma che una quota viene riservata (bontà loro!) alla produzione di calore. Affermazione assolutamente non vera. È vero che il rendimento in produzione di energia elettrica varia di circa il 5% fra estate e inverno, ma è altrettanto vero che la quota di produzione del calore non può essere ridotta al di sotto della produzione estiva (è pur sempre una centrale TERMOelettrica).
Non ha neppure senso sostenere che l’aumento delle tariffe debba servire a coprire le ingenti spese per la decarbonizzazione visto che gli impianti previsti (collegamento alle acciaierie, serbatoi inerziali e recupero calore dai fumi del TU) sono progetti già previsti da anni ed in gran parte già attuati o appaltati. Se non ci fosse stato l’aumento del gas le spese sarebbero state comunque coperte ?
Ribadiamo che è indispensabile che a2a aggiorni il proprio algoritmo di calcolo degli incrementi tariffari considerando la quota di calore prodotta ANNUALMENTE con il gas (30%) e quella prodotta con i rifiuti (70%).
Nella nostra petizione chiediamo che venga effettuato il ricalcolo anche sui consumi già fatturati!”

A2A ha annunciato il blocco delle tariffe fino al 30 settembre: costituisce un buon compromesso rispetto alle nostre richieste ? “Pensiamo proprio di no. Vorrebbe dire accettare gli ingiustificati aumenti delle tariffe dell’ultimo anno. Da aprile a settembre a2a non consumerà gas essendo il calore fornito dal TU più che sufficiente a garantire l’approvvigionamento di acqua calda sanitaria nel periodo in cui il riscaldamento è spento (15 aprile-15 ottobre).
Il 1° ottobre, alle porte con la riaccensione del riscaldamento, se l’algoritmo a2a non verrà modificato, rischiamo di trovarci di fronte ad un nuovo pesantissimo balzo delle tariffe calcolato sui rincari del gas degli ultimi mesi!”.

 

Il Comune di Brescia prevede la costituzione di un fondo da 4 milioni per le 20.000 famiglie più bisognose. “Pur comprendendo le buone intenzioni riteniamo non corretto che il Comune “inventi” un meccanismo di soccorso, ancora tutto da determinare e probabilmente oneroso da attuare, per concedere 200 euro una tantum a 20.000 famiglie quando gli aumenti del riscaldamento sono stati ben più consistenti.
Chiediamo al Comune che intervenga come azionista per indurre a2a ad un ricalcolo delle bollette già emesse utilizzando criteri più corretti.
Per la determinazione delle tariffe ARERA fissa 2 criteri.
• la metodologia del “costo evitato” vale a dire la comparazione con il prezzo che si otterrebbe con l’utilizzo del gas
• la metodologia “cost plus” in base alla quale per la determinazione delle tariffe si dovrebbe tener conto dei costi di produzione
Non è dato sapere quale di questi criteri a2a adotti, mentre dovrebbe esser oltre che noto anche trasparente !!!!!”.

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