Brescia Musei: “Tre punti per tutelare i lavoratori”

Le richieste formalizzate al Comune e alla Fondazione da parte della Filcams Cgil per mantenere "i livelli occupazionali e di reddito dei dipendenti".

(red.) Le richieste a tutela dei lavoratori di Brescia Musei sono ora nero su bianco. A formalizzarle, per iscritto, la segreteria della Filcams Cgil che le ha inoltrate al comune di Brescia e alla Fondazione.
Tre i punti su cui si articolano le proposte del sindacato, volte a  “garantire”, come si legge in una nota, “il mantenimento dei livelli occupazionali e di reddito dei lavoratori”.
Il primo riguarda la riapertura dell’area archeologica del Capitolium: nell’incontro che si è svolto in Loggia lo scorso 27 giugno, “da parte del sindaco, del direttore generale del comune di Brescia e del segretario della Fondazione Brescia Musei”, prosegue il testo della Filcams Cgil, “ci sono state date le più ampie rassicurazioni sul fatto che ad inizio 2013, presumibilmente nel mese di gennaio, l’area archeologica del Capitolium riaprirà al pubblico”. La richiesta dell’organizzazione sindacale è quella di attivare “non meno di tre postazioni di sorveglianza, da coprire facendo ricorso prioritariamente alla manodopera dei lavoratori in cassa integrazione”.
Secondariamente viene richiesto l’allestimento, tra autunno e inverno del 2012 e la primavera successiva, di una nuova “grande mostra presso il piano superiore dela Complesso di Snata Giulia. Questo allestimento potrebbe essere sia la già annunciata (ma poi non realizzata) mostra sui Maya,  sia un’altra esposizione “alternativa da realizzarsi con fondi prevalentemente privati”.
Un evento temporaneo della durata di sei emsi complessivi durante il quale il sindacato dei lavoratori chiede che siano allestite 15 postazioni di sorveglianza, secondo le modalità già indicate.
La terza richiesta formulata dalla Cgil riguarda una clausola sociale da inserire ad integrazione del nuovo appalto, che preveda, “per i futuri aggiudicatori dell’appalto stesso, il vincolo di rinnovare la richiesta di cassa integrazione in deroga per l’anno 2013, quale principio a tutela dell’occupazione e del reddito dei lavoratori impegnati nell’appalto ed a copertura di quanto non riuscissero a garantire i due punti sopra indicati”.
Una situazione analoga a quella richiesta dal sindacato si è verificata nel 2009 quando il comune di Brescia, viene spiegato, si assunse “un preciso impegno formale” nei confronti dell’appalto dei servizi svolti dal personale ausiliario delle scuole dell’infanzia e dei nidi comunali, assegnato alla Colser-Domus Aurora Domus”.

 

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