Saydou, “parole vuote di Paroli e Rolfi”

Dopo il video di Repubblica interviene il Pd di Brescia: "Sindaco e vice hanno tentato di minimizzare una vicenda atroce". Sel: "Ora chiedano scusa".

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(red.) Il Partito Democratico di Brescia ha commentato il video pubblicato oggi su Repubblica, dove Saidou Gadiaga viene ripreso agonizzante in una cella della caserma Masotti, la sede del comando provinciale dei carabinieri di Brescia. I fotogrammi, si legge nella nota, dimostrano che non c’è stato l’intervento di nessun militare, “nonostante le urla e le richieste di aiuto. Ci sembrano ancora più vuote le parole di allora del sindaco Adriano Paroli e del vice sindaco Fabio Rolfi, e il loro tentativo di minimizzare una vicenda che, fin da subito, si è delineata in tutta la sua drammaticità”.
“Anhdy Saidou Gadiaga”, prosegue il testo, “era stato arrestato perché privo del permesso di soggiorno ed era già stato raggiunto dal provvedimento di espulsione, ma il giorno dopo l’arresto, il 12 dicembre scorso, dopo 36 ore passate in una cella priva di riscaldamento, moriva per una crisi di asma. I carabinieri, a conoscenza delle sue precarie condizioni di salute, nonostante l’attacco di asma, non sono intervenuti come testimoniato dal video”.
“Il Partito Democratico di Brescia”, spiega il comunicato, “si è mosso immediatamente, con una presa di posizione del forum Immigrazione provinciale e ha portato la grave vicenda in Parlamento, presentando un’interrogazione (tutt’ora senza riposta) già il 15 dicembre. Nell’interrogazione gli onorevoli Fiano, Ferrari e Corsini ritenevano non ammissibile e legittimo che Anhdy Saidou Gadiaga venisse trattenuto in una camera della caserma dei carabinieri priva di riscaldamento, nonostante la conclamata patologia certificata da un ospedale pubblico e hanno chiesto l’esatta ricostruzione dei fatti, così come la verifica della prontezza del soccorso medico. Il sindaco e il vicesindaco avevano trovato ‘inopportuna la solita interrogazione parlamentare dei deputati bresciani del Pd che, in assenza di informazioni precise e dettagliate, suona come una preventiva condanna nei confronti dell’Arma che in queste situazioni dovrebbe invece sentire la vicinanza delle istituzioni‘”.
“Non si trattava certo di una preventiva condanna”, conclude la nota, “quanto della necessità, ora ancora più urgente, di far chiarezza su un episodio che riguarda un cittadino senegalese, che non aveva commesso alcun reato, se non quello di essere privo del documento di soggiorno. Solo 13 giorni dopo non sarebbe stato passibile di arresto. Ci auguriamo che questo terribile video contribuisca a velocizzare un’indagine che ci sembra ora più che mai inderogabile e necessaria.
Anche il coordinamento provinciale di Sel è intervenuto sulla vicenda. “Si tratta di un situazione che denunciammo con forza un anno fa, con pesantissime responsabilità oggettive da parte della Prefettura incapace di svolgere il proprio ruolo di mediatore e l’ autorità di pubblica sicurezza che , nei giorni della gru e nei mesi successivi , portarono avanti nella nostra città una vera e propria caccia all’uomo per un reato, la clandestinità, già cancellato dalla direttiva Europea fin dal 2008. Saidou è una vittima della Bossi-Fini, e i Carabinieri che lo arrestarono dimostrarono la loro scarsa elasticità non sapendo riconoscere in Saidou un uomo che aveva perso il lavoro e, per questo diventato un cosiddetto clandestino, trattandolo invece da criminale.
Questo episodio”, ha proseguito Sinistra Ecologia e Libertà di Brescia, “non può essere chiuso in questo modo a maggior ragione oggi. Saidou non avrebbe nemmeno dovuto essere in quella cella e visto il certificato che attestava la sua patologia, tantomeno andava lasciato al freddo per due giorni. La sua morte non può chiudersi con una archiviazione che non individui responsabilità che sembrano emergere chiaramente dal filmato anche da parte di chi lo ha detenuto”.
“Suonano come lugubri e inammissibili , a distanza di un anno, le parole del sindaco di Brescia , Paroli, e del suo vice , Rolfi, che stigmatizzarono l’interpellanza parlamentare che fu presentata come “inopportuna” . Il minimo che dovrebbero fare è chiedere scusa per il clima incivile e razzista che contribuirono a creare in quei giorni.

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