Bocciato da Civit, Triboldi lascia la Loggia

Alessandro Triboldi si è dimesso sia da direttore generale del Comune sia da quello di amministratore unico di Brescia Infrastrutture.

(red.) Dopo che il Civit, la Commissione indipendente per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche, ha espresso parere negativo sul doppio incarico in capo a Alessandro Triboldi come amministratore unico di Brescia Infrastrutture, società controllata della Loggia, e come direttore generale del Comune di Brescia, sono arrivate le dimissioni dell’interessato. Triboldi lascia con una lettera in cui dichiara la rinuncia a entrambi gli incarichi in Loggia e – stando alle indiscrezioni – si prepara a occupare una poltrona al vertice di A2A Ambiente.
Per la sua sostituzione viene fatto un nome interno: in pole position Giandomenico Brambilla, capo di gabinetto e uomo di fiducia del sindaco.
La missiva è giunta a poche ore dalla conferenza stampa indetta dal primo cittadino Emilio Del Bono, che aveva stigmatizzato il “no” di Civit alla presenza di Triboldi nel duplice incarico pubblico, affermando che ne sarebbe derivato un danno economico alle casse del Comune perché Triboldi, in qualità di direttore generale del municipio, era andato a ricoprire la carica di direttore generale di Brescia Infrastrutture su richiesta del sindaco Adriano Paroli e a costo zero, perché l’indennità di 55.000 euro, veniva trasferita al Comune.
Ma la legge è legge e, sulla base del decreto legislativo 39/2013 emanato nel maggio scorso, il Civit ha spiegato che  la nuova amministrazione guidata dal sindaco Del Bono avrebbe dovuto rinunciare a confermare Triboldi a capo della macchina degli uffici comunali (un incarico che già gli era stato affidato da Paroli, ma quando il decreto non era ancora in vigore).
Il tutto sulla base della disposizione che recita: «A coloro che nei due anni precedenti abbiano svolto incarichi o ricoperto cariche in enti di diritto privato o finanziati dall’amministrazione o dall’ente pubblico che conferisce l’incarico, non possono essere conferiti incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali».
E così il dirigente ha lasciato, con queste parole: «Nell’ambito delle attività svolte in qualità di direttore generale del Comune di Brescia, ho accettato di assumere incarichi in società e organismi controllati dal Comune nel pieno rispetto della normativa all’epoca vigente mettendomi a disposizione ed assumendo carichi di lavoro e responsabilità senza beneficiare di integrazioni salariali o indennità aggiuntive. Ora, visto quanto espresso dall’autorità preposta, non mi sarebbe consentito di proseguire nel ruolo di direttore generale del Comune che invece era il presupposto per il quale ricoprivo i suddetti incarichi. Ancorché si tratti di un parere, poiché ho sempre interpretato il mio lavoro con profondo rispetto e spirito di servizio nei confronti delle istituzioni, per evitare strumentalizzazioni e interpretazioni di comodo, che sarebbero lesive della mia figura professionale e dell’onorabilità dell’amministrazione che rappresento, ho rassegnato le mie dimissioni».
«Ringrazio il sindaco Paroli ed il sindaco Del Bono», conclude la nota stampa firmata da Triboldi, «che mi hanno concesso di vivere questa straordinaria esperienza lavorativa nella mia città e ringrazio i dirigenti e i collaboratori che, a vario titolo, hanno contribuito fattivamente al raggiungimento di tanti obiettivi».
Dopo l’addio agli incarichi istituzionali, Triboldi pare quindi lanciato verso la carica di amministratore delegato di A2A Ambiente, società che fa parte della multiutility di Brescia e Milano. Anche se per la nomina va prima cercato l’accordo con il sindaco meneghino Giuliano Pisapia. Si tratta per il momento ancora una scatola vuota, nata lo scorso luglio con l’obiettivo di recuperare la vocazione industriale della vecchia Asm.
E intanto non sembra esserci praticamente gara per il posto lasciato libero da Triboldi al vertice della macchina comunale, che verrà senz’altro coperto dall’interno. E’ infatti molto probabile che gli incarichi di Triboldi passino nelle mani di Giandomenico Brambilla, capo di gabinetto del sindaco Del Bono, oppure di Alessandro Beltrami, ragioniere capo della Loggia. In questo modo il municipio potrà anche risparmiare lo stipendio di un super burocrate.

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