Incentivi sui contratti di solidarietà

Mercoledì 18 dicembre, approvato in Consiglio regionale il provvedimento dell’opposizione per «dare una risposta concreta ai lavoratori».

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(red.)Nella giornata di mercoledì 18 dicembre è stato approvato in Consiglio regionale il provvedimento dell’opposizione sui contratti di solidarietà, frutto dell’abbinamento del progetto di legge del Pd, di quello del Movimento 5 stelle e del contributo del consigliere Pedrazzini (FI).
Il provvedimento si propone di incentivare e sostenere l’adozione dei contratti di solidarietà per le imprese bresciane e lombarde.
Si tratta del primo progetto di legge dell’opposizione che arriva ad approvazione in virtù dell’articolo 23, comma 5, del regolamento generale del Consiglio regionale, che prevede che “un quinto dei provvedimenti inseriti nel programma e nel calendario è riservato alle proposte delle minoranze”.
Secondo quanto dichiarato dal consigliere regionale bresciano Gianantonio Girelli (Pd) «Con questa misura, che ci è stata sollecitata dalle imprese, si intende dare una risposta concreta ai lavoratori e salvare preziosi posti di lavoro in un momento grave come quello di oggi. Ai 2 milioni previsti dalla norma, con un ordine del giorno del Pd, siamo riusciti ad ottenere un impegno finanziario più cospicuo per dotare la legge di maggiori risorse, a fronte del risparmio sui contratti dei dirigenti disposto dalla legge collegata alla manovra finanziaria 2014».
«Abbiamo approvato una legge importante e lo abbiamo fatto prima della fine del 2013 – continua Girelli –, come ci eravamo impegnati a fare, perché i lavoratori lombardi attendono dalla politica risposte rapide che ormai non sono più prorogabili».
«La promozione di strumenti quali il contratto di solidarietà – ha affermato in aula il consigliere di Lega Nord  Donatella Martinazzoli – acquisisce un valore rilevante in quanto, mantenendo all’interno delle aziende tutti gli occupati, si evita di disperdere la loro esperienza e soprattutto si evita di sospendere l’attività dell’impresa. Non possiamo sottovalutare inoltre l’impatto psicologico ed emotivo di un lavoratore in attività rispetto a un lavoratore “parcheggiato” in un ammortizzatore sociale destinato in breve tempo a terminare i propri effetti».

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