Lettere al direttore

WWF a Massardi: annulla l’emendamento alla Legge 26/93

L’emendamento alla Legge 26/93, che introduce l’obbligo per le Guardie Venatorie Volontarie di indossare un giubbino e copricapo ad alta visibilità, ha creato sconcerto considerato che la Lombardia si guadagna ogni anno la maglia nera del bracconaggio, con il 31% dei reati venatori commessi in Italia ed il lavoro svolto delle Guardie venatorie volontarie è alla base del 35% di tutte le persone denunciate per atti di bracconaggio.
Il Vicepresidente Floriano Massardi, ideatore dell’iniziativa, oggi interviene con un comunicato stampa che getta ancora più ombre su un provvedimento non solo inopportuno, ma che dipinge addirittura i cacciatori come pericolosi individui che si aggirano per il territorio con fucili a pallettoni.

Evidentemente mal consigliato, e non sapendo come uscire da un situazione che ha creato forte malumore anche all’interno del mondo venatorio, tenta ora di far passare la stupefacente iniziativa come una difesa dell’incolumità delle Guardie: per fortuna sino ad oggi nessuna Guardia Venatoria è stata uccisa da un cacciatore.
Nei fatti, se la modifica di Legge fosse approvata, l’unico risultato sarebbe di impedire un’efficace attività di vigilanza, che è fatta di prevenzione ma anche di repressione del bracconaggio: ciò significa che il bracconiere non deve essere allertato per Legge dell’arrivo della vigilanza venatoria. Cosa talmente ovvia che rincresce doverla spiegare ad un Consigliere regionale.
Così come dovrebbe sapere il Vicepresidente della Regione, che la Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni ha approvato il 30 marzo 2017, sulla spinta della procedura d’infrazione Eu-Pilot attivata dalla Commissione europea per la grave situazione del bracconaggio nel nostro paese, il Piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici, in cui si sostiene che “è essenziale agire con interventi mirati, che favoriscano la sinergia tra i diversi corpi di vigilanza, inclusi i nuclei di guardie volontarie. Le azioni finalizzate al perseguimento di questi obiettivi al momento rappresentano la priorità assoluta a livello nazionale per contrastare i reati contro gli uccelli selvatici.”

In queste ore il WWF Italia ha avuto su quanto sta accadendo un fitto scambio di idee con le più rappresentative Associazioni Venatorie Italiane, che ricordiamo hanno in Italia migliaia di Guardie Venatorie Volontarie che contrastano il bracconaggio, trovando una sostanziale comunanza di opinione, cioè la necessità di ritirare l’emendamento ed occuparsi seriamente della tutela della fauna selvatica.
In piena emergenza Covid ci si aspetta che la Regione deliberi azioni a sostegno dei cittadini, della salute e dell’ambiente (dalla cui grave crisi deriva questa pandemia) e non a favore del bracconaggio che è la seconda causa del declino delle specie selvatiche dopo la distruzione degli habitat.

Filippo Bamberghi per WWF LOMBARDIA

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