Brescia, l’esodo verso la provincia

(red.) Meno smog e traffico, una vita più tranquilla, affitti più sostenibili e più spazi verdi. Queste, probabilmente, sono solo alcune delle ragioni che, sempre più, spingono i bresciani a lasciare la città per trasferirsi in provincia.
Secondo i dati – al momento provvisori – resi noti dall’ufficio anagrafe del Comune di Brescia, nel 2013 gli abitanti della leonessa sono calati di circa 2mila unità.
La tendenza ad abbandonare la vita cittadina in favore del paese non è certo cosa nuova. Da anni, infatti, si parla di svuotamento dei capoluoghi. Due specifiche, però, vanno fatte rispetto alle analisi bresciane relative al 2013.
La prima riguarda le dimensioni del fenomeno, molto più consistenti rispetto agli ultimi anni. La seconda, invece, concerne la nazionalità di quanti si sono spostati.
Nel 2013, infatti, gli immigrati che hanno lasciato Brescia sono stati circa 4mila 500, mille in più di quanti hanno fatto la scelta inversa. Un dato, questo, che si inserisce nella panoramica generale riguardante la diminuzione dei cittadini di origine straniera sul territorio.  In ogni caso, nonostante il calo in valori assoluti, l’incidenza dei migranti sul totale della popolazione urbana è cresciuta anche nel 2013, arrivando ad essere vicina al 20% del totale. È di origine straniera, quindi, 1 bresciano su 5.
I dati dell’anagrafe aggiornati al 31 dicembre – che, per ovvie ragioni, si discostano da quelli dell’Istat –confermano anche che la popolazione bresciana continua ad invecchiare. Le morti (2mila e 5), infatti, superano le nascite(mille 589).